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Cronaca

Strade chiuse alle moto, Firetto: "Contrario a soluzioni dirigenziali tanto affrettate"

Il sindaco: "Se l’amministrazione comunale fosse stata coinvolta, potevamo aprire un tavolo tecnico e trovare delle soluzioni alternative: penso a dei restringimenti stradali o all’imposizione di limiti di velocità come 10 chilometri orari"

Anche il sindaco Lillo Firetto, ieri, si è detto “contrario a soluzioni dirigenziali tanto affrettate" e ha ipotizzato "nei casi di buche, soluzioni di fantasia come restringimenti delle carreggiate o addirittura limite di velocità ridotto a 10 chilometri orari”. 

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Città in fibrillazione dopo l’ennesima decisione di interdire il transito ai mezzi a due ruote: motociclette, ciclomotori e biciclette, lungo le vie Panoramica dei Templi, Giuseppe La Loggia, Empedocle Restivo, Delle Campanelle, Della Rugiada. Strade che, in ordine di tempo, si sono aggiunte – poiché dissestate e con buche – alle altre già vietate. 

Il Comune cerca di far rientrare l'emergenza: rattoppate alcune strade 

“Tutti i Comuni d’Italia, partendo da Roma, hanno difficoltà a fare le manutenzioni stradali – ha dichiarato il sindaco Lillo Firetto - . Ho appreso di queste nuove ordinanze stamani (ieri ndr.) ed ho protestato. Non hanno torto i dirigenti che hanno firmato queste ordinanze. E’ vero che non ci sono i soldi necessari per sistemare tutte le emergenze stradali, ma potevamo, se l’amministrazione comunale fosse stata coinvolta, aprire un tavolo tecnico e trovare delle soluzioni alternative. Penso a dei restringimenti stradali o all’imposizione di limiti di velocità come 10 chilometri orari. Queste ordinanze sono frutto – spiega Firetto - della recente sentenza per la morte di Chiara La Mendola".

Firetto ha, dunque, di fatto, preso le distanze dalle ordinanze che chiudono le strade alle due ruote. 

Operai al lavoro per rattoppare le strade

"Abbiamo tappato tantissime buche e stiamo continuando a farlo nelle aree periferiche della città. Se a malapena troviamo i soldi per le buche, nel bilancio vengono previsti circa 300 mila euro all’anno, non ci sono i fondi invece per i dissesti o gli avvallamenti perché è più complicato, quasi radicale, intervenire in queste situazioni”.

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Qual è allora la strada da percorrere per trovare i soldi? "Serve un piano dei grandi enti che si occupano dei trasferimenti - dice Firetto - . Gli enti locali boccheggiano, gli amministratori sono quelli da crocifeggere, ma se soldi non ce ne sono non è possibile fare le manutenzioni".  

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