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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Gli open day cancellati e l'incognita delle dosi: i problemi del piano vaccinale dopo lo stop ad AstraZeneca e J&J

Sono in arrivo entro la fine del terzo trimestre dell'anno 55 milioni di dosi di Pfizer e Moderna che serviranno, tra l'altro, per i richiami per gli under 60 che hanno avuto una prima dose del vaccino anglo-svedese: circa 900mila persone.

La campagna vaccinale, da adesso in poi, farà molto affidamento su Pfizer e Moderna, dopo lo stop ad AstraZeneca per chi ha meno di 60 anni e la raccomandazione d'uso del monodose Johnson&Johnson per chi ha dai 60 anni in su. Ci saranno rallentamenti nelle somministrazioni? Il rischio concreto c'è, anche se fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che sono in arrivo entro la fine del terzo trimestre dell'anno 55 milioni di dosi di Pfizer e Moderna che serviranno, tra l'altro, per i richiami per gli under 60 che hanno avuto una prima dose del vaccino anglo-svedese, circa 900mila persone.

Vaccini: il piano delle regioni dopo lo stop ad AstraZeneca e J&J

Fatto sta che dopo la sospensione dell'utilizzo dei due vaccini a vettore virale per gli under 60 cambiano anche i piani delle singole regioni sulla tabella della campagna di vaccinazione, a partire dagli open day che andranno riorganizzati rispettando le indicazioni per fasce di età. Proprio sugli open day si è espresso il Comitato tecnico scientifico, il quale "raccomanda che le regioni ogniqualvolta promuovano eventi open day che sensibilizzano alla vaccinazione anti-SARS-CoV-2, rispettino le indicazioni per fasce d'età, rendendo quanto più possibile l'approccio alla vaccinazione omogeneo sul territorio nazionale". Vediamo come si stanno muovendo le amministrazioni regionali, da nord a sud.

Alla luce delle nuove raccomandazioni delle autorità sanitarie nazionali sull'utilizzo dei vaccini a vettore adenovirale, la regione Piemonte ha deciso in via precauzionale di sospendere la somministrazione alla popolazione under 60 anche del vaccino Johnson&Johnson, dopo quella di AstraZeneca decisa l'11 giugno. Sempre in Piemonte, da lunedì 14 giugno si potrà prenotare il vaccino anche in farmacia. Da venerdì 18 inizieranno le inoculazioni. Sono oltre 500 le farmacie coinvolte su tutto il territorio, città e piccoli centri, oltre mille i farmacisti vaccinatori.

La Lombardia, invece, in un primo momento aveva deciso di sospendere cautelativamente i richiami eterologhi (con un vaccino diverso) per tutti i cittadini under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Poi, dopo aver ricevuto la circolare del ministero della Salute e del collegato parere di Aifa, ha fatto marcia indietro e provvederà alla somministrazione della seconda dose eterologa per gli under 60 vaccinati con AstraZeneca in prima dose. In Lombardia, per i 12/17enni viene usato solo Pfizer; per i 18/49enni Pfizer o Moderna; per i 50/59enni Pfizer, Moderna o J&J; per gli over 60 AstraZeneca o J&J; per i fragili Pfizer o Moderna.

Una delle principali novità arriva dalla Valle d’Aosta dove dal 14 giugno tutti i cittadini nati tra il 1961 ed il 1981 potranno prenotare la vaccinazione gratuita in farmacia con il vaccino Moderna. La vaccinazione in farmacia, spiega l'Azienda Usl regionale, può essere scelta dai cittadini in alternativa a quella offerta mediante il portale presso i centri vaccinali. Il richiamo del vaccino Moderna verrà prenotato e somministrato nella stessa farmacia a distanza di 28-42 giorni.

Anche la Liguria ha ufficializzato lo stop alla somministrazione del vaccino Johnson&Johnson agli under 60. L'agenzia sanitaria Alisa, recepito il verbale del Cts di venerdì 11 giugno, "ha immediatamente inviato a tutte le aziende sociosanitarie e ospedali della Liguria l'indicazione per l'impiego del vaccino Johnson esclusivamente nei soggetti di età superiore a 60 anni", si legge in una nota. Tutte le persone under 60 che avevano in programma la somministrazione del vaccino Johnson, manterranno l'appuntamento ma saranno vaccinate con un prodotto mRNA (Pfizer o Moderna).

In Toscana, ha fatto sapere il governatore Eugenio Giani, "a seguito della circolare del ministero della Salute relativa al blocco dei richiami con AstraZeneca per le persone con meno di 60 anni, che dovranno invece ricevere la seconda dose con Pfizer o Moderna, è temporaneamente sospesa sul portale la funzione di modifica prenotazione della seconda dose. L'operazione - ha aggiunto il governatore - si è resa necessaria al fine di riprogrammare i richiami delle persone con meno di 60 anni che hanno effettuato la prima dose con AstraZeneca. Comunicherò quando sarà di nuovo attiva".

Sabato 12 giugno nel Lazio sono state effettuate le prime vaccinazioni agli open day junior con Pfizer per le fasce d'età 12-16 anni. In tutta la regione, solo nella giornata di domenica, erano in programma diecimila vaccinazioni per la fascia 12-16 anni. Le somministrazioni proseguiranno anche domenica 13 giugno e successivamente nel weekend 19-20 giugno. "L'obiettivo è non creare disagio all'utenza e rispettare i tempi - ha spiegato l'assessore alla sanità della regione Lazio, Alessio D'Amato -. Il passaggio avverrà regolarmente, ma ci sono domande, ci sono richieste. C’è anche qualcuno che vuole fare ugualmente la seconda dose con AstraZeneca. È sempre un'adesione volontaria. Non possiamo obbligare le persone, ma la persona se ne assume la responsabilità. Sono pochi quelli che vogliono comunque la seconda dose con AstraZeneca ma ci sono, ed è importante informare correttamente. L'arma più importante è la trasparenza".

In Molise, il presidente della regione Donato Toma ha confermato che "necessariamente dovrà esserci una revisione di quelli che erano gli schemi di vaccinazione, ma in Molise lo avevamo già fatto: la cabina di regia aveva già bloccato la somministrazione di AstraZeneca al di sotto dei 60 anni, per cui la nostra rimodulazione sarà leggera".

In Basilicata, l'azienda sanitaria di Matera ha deciso l'immediata sospensione del vaccino Vaxzevria (AstraZeneca) per le prime dosi previste per gli under 60. La decisione è stata presa in accordo con il responsabile della campagna vaccinale anti covid-19 della regione. È previsto che "per le persone al di sotto dei 60 anni il ciclo vaccinale sarà completato con la somministrazione di una seconda dose di vaccino a mRna ad una distanza di otto-dodici settimane dalla prima dose".

Dopo il decreto ministeriale cambia l'organizzazione degli open day anche in Sicilia, che si aggiunge alla normale programmazione vaccinale, e che è adesso riservata alla popolazione di età pari o superiore a 60 anni. La regione ha fatto sapere che a coloro che hanno un'età inferiore ai 60 anni e hanno già ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca, secondo le disposizioni nazionali previgenti, saranno garantite le seconde dosi con Pfizer o Moderna.

I due problemi del nuovo piano vaccinale

Secondo il commissario per l'emergenza coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo, la scelta di somministrare AstraZeneca solo agli over 60 potrebbe avere "qualche impatto sul piano vaccinale, ma solo se ci dovessero essere ulteriori intoppi o ritardi nelle consegne, ma sono sicuro che fra luglio e agosto riusciremo a mitigare questo impatto". Una cosa è certa: dopo l'ennesima giravolta sulle indicazioni sull'utilizzo del farmaco anglo-svedese, il nuovo piano vaccinale andrà rimodulato, con il rischio di un rallentamento della campagna di immunizzazione.

Sono due i problemi principali all'orizzonte, a cominciare dalla corsa alle scorte disponibili. Come si legge nella circolare del ministero della Salute, con allegato il parere del Cts, il richiamo per gli under 60 vaccinati con AstraZeneca deve essere fatto ad una distanza di 8-12 settimane dalla prima dose. Con gli open day cominciati in ordine sparso in diverse regioni italiane a metà maggio, ciò significa che per la metà del mese di agosto bisogna avere a disposizione le scorte necessarie di Pfizer e Moderna per garantire a circa 900mila persone sotto i 60 anni il completamento del ciclo vaccinale, senza ovviamente sottrarre la seconda dose con i vaccini a mRna a tutti quelli che hanno fatto la prima dose con Pfizer e Moderna. Secondo problema: c'è il timore fondato che qualcuno o più di qualcuno tra gli over 60 vaccinati con la prima dose di AstraZeneca possa chiedere di cambiare vaccino per la seconda somministrazione, dopo le tante comunicazioni contraddittorie e l'ennesimo dietrofront sulle indicazioni d'uso. Le persone di questa fascia sono 4 milioni. Cosa farà il governo in caso di rinunce?

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