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Cronaca

Squalo al largo di San Leone, l'esperto: "Niente paura, nel Canale di Sicilia sono sempre esistiti"

L'esemplare visto dai tre giovani sarebbe della specie degli squalo Mako secondo il naturalista Antonio Vanadia, che non usa mezzi termini nel classificare questi animali come rari ed importantissimi per l'ecosistema

"Niente paura, tutto regolare. Non c’è da spaventarsi". Il naturalista Antonio Vanadia rassicura i bagnanti "sanleonini" dopo che uno squalo ha abboccato all'amo di un gruppo di agrigentini intenti a pescare a circa 9 miglia dalla costa.

 
L'esemplare visto dai tre giovani sarebbe della specie degli "squalo Mako" secondo Vanadia, che non usa mezzi termini nel classificare questi animali come rari ed importantissimi per l'ecosistema.

Squalo al largo di San Leone, le immagini

"L’incontro che hanno avuto i tre ragazzi l'altro ieri pomeriggio – spiega il naturalista - è stato del tutto fortuito, perché non sono numerosi gli squali nel Canale di Sicilia. Ci sono tante specie, ma numericamente scarsamente rappresentate. Soprattutto negli ultimi 30 anni (pur non essendoci una pesca dedicata allo squalo), succede che gli strumenti da pesca, sempre più moderni e sofisticati, attirano anche gli squali, come d'altra parte anche le tartarughe".
 
"Gli attacchi di squalo negli ultimi 150 anni – continua Antonio Vanadia - si contano sulle dita di una mano. Sono, tra l'altro, tutti occorsi nel basso Tirreno e nello Un fotogramma tratto dal video girato con il cellulare di uno dei tre giovaniIonio. Nel Canale di Sicilia l'ultimo attacco risale al 1970: una barca a remi, con a bordo il pescatore Antonino Roccia, venne attaccata a Lampedusa, nello specchio d'acqua antistante Punta Sottile; fu presa dalla furia di un grosso squalo bianco. Gli attacchi all'uomo si sono verificati solo nelle acque di Malta, ma non in Sicilia".
Quando gli chiediamo se c’è da preoccuparsi, Vanadia spiega chiaramente che non c’è alcun pericolo: "Si tratta di squali pelagici, che difficilmente si avvicinano alla costa. Ciò accade in altri mari e in altre situazioni ecologiche, come in Sud America, in California, nel Queensland. Questi animali si tengono lontani dalla costa, ma vicini alle secche. Vengono attratti dal sangue e riescono ad intercettare l'odore di una particella ematica tra un milione di particelle di acqua anche a mezzo miglio di distanza. Non bisogna trasmettere falsi allarmismi. Sono animali rarissimi ed importantissimi per l'ecologia marina. Ucciderli sarebbe come togliere il leone dalla savana" ha concluso il naturalista.

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