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Tribunale

Le "spese pazze" di Mifsud al Consorzio universitario, maresciallo in aula racconta le indagini

Il sottufficiale Guglielmo Greco ha ricostruito l'inchiesta che ha fatto finire a processo, per l'accusa di peculato, due dirigenti dell'ente che avrebbero avallato la liquidazione dei rimborsi illegittimi dell'ex presidente. Citato a testimoniare l'ex ministro Luigi Scotti

Spese di ogni tipo senza che risultasse giustificato il fine istituzionale. Pranzi, cene, trasferte e shopping più o meno spicciolo con le carte di credito del Consorzio universitario: un maresciallo della Guardia di finanza ha ricostruito in aula le indagini che hanno fatto finire a processo a due dirigenti dell’ente accusati di avere avallato in maniera illegittima le spese istituzionali dell'ex presidente del consorzio universitario Joseph Mifsud, misterioso accademico maltese di cui si sono perse le tracce in seguito al suo coinvolgimento nell'intrigo mondiale Russiagate.

Davanti ai giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, è stato ascoltato in aula il maresciallo Guglielmo Greco, in servizio alla Guardia di finanza, primo testimone della lista del pubblico ministero Maria Grazia Barbara Cifalinò, che ha ricostruito le indagini scaturite, in larga parte, da un esposto dall'ex commissario e vice presidente del consorzio universitario Giovanni Di Maida. 

Sul banco degli imputati, per l'ipotesi di reato di peculato, siedono l'ex dirigente del settore finanziario del Consorzio universitario, Andrea Occhipinti, e Olga Matraxia, ex dirigente del settore Affari generali dell’ente. Il procedimento è quello scaturito dall'inchiesta che ipotizza l'utilizzo indebito delle carte di credito dell'ente per pranzi, cene, trasferte e acquisti personali che nulla avevano di istituzionale.

Nella lista degli imputati, davanti al gup Francesco Provenzano, fugurava l’ex presidente Joseph Mifsud, misteriosa figura al centro dell’intrigo mondiale “Russiagate” di cui si sono perse le tracce da anni e che - secondo molti - potrebbe essere morto. Il beneficiario delle somme prelevate sarebbe stato lui, agli altri due imputati viene contestato di avere avallato i pagamenti. La posizione di Mifsud è stata "congelata" in base a una legge del 2014 che non prevede che si celebrino processi per gli irreperibili. Sarebbe stato lui, nel marzo del 2016, ad avvicinare George Papadopulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump, offrendogli ''migliaia'' di email rubate dai russi a Hillary Clinton.

La somma sottratta ammonterebbe a circa 50mila euro. I fatti sono risalenti agli anni 2012 e 2013. I vertici del Consorzio universitario, in particolare, avrebbero consentito l'uso indebito delle carte di credito dell'ente, destinandole a spese esclusivamente personali di Mifsud come trasferte con mezzi aerei, acquisti per biglietti di treno o soggiorni in hotel, anche per i suoi accompagnatori, giustificando le spese con inesistenti ragioni di rappresentanza istituzionale.

Greco, rispondendo al pm e ai difensori degli imputati, gli avvocati Daniela Posante e Nicolò Grillo, ha ricostruito le indagini ricostruendo tutta la documentazione acquisita. "Non risultava mai la finalità istituzionale - ha detto il maresciallo - nè venivano indicati i vari invitati a pranzi, cene e banchetti le cui generalità dovevano essere indicate nel carteggio. Nella lista dei testi del pm anche l'ex ministro della Giustizia, Vincenzo Scotti. Si torna in aula l'8 febbraio. 

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