Spese pazze al Consorzio universitario: chiusa l’inchiesta, 4 indagati
Richiesta di rinvio a giudizio in vista pure per l’ex presidente Joseph Mifsud, misteriosa figura al centro dell’intrigo mondiale “russiagate” di cui si sono perse le tracce da anni e che - secondo molti - potrebbe essere morto. Trasferte, pranzi, cene e acquisti “inutili” con le carte di credito dell’ente
Pranzi, cene, trasferte e spese personali con le carte di credito del consorzio universitario di Agrigento. La Procura di Agrigento chiude l’inchiesta e fa notificare l’avviso - propedeutico alla richiesta di rinvio a giudizio - per 4 dirigenti.
Nella lista, innanzitutto, l’ex presidente Joseph Mifsud, misteriosa figura al centro dell’intrigo mondiale “Russiagate” di cui si sono perse le tracce da anni e che - secondo molti - potrebbe essere morto. Il beneficiario delle somme prelevate sarebbe stato lui, agli altri viene contestato di avere avallato i pagamenti.
Sarebbe stato Mifsud, nel marzo del 2016, ad avvicinare George Papadopulos, consigliere della campagna elettorale di Donald Trump, offrendogli ''migliaia'' di email rubate dai russi a Hillary Clinton.
Mifsud era stato nominato presidente del Consorzio universitario di Agrigento nel 2009 su indicazione dell'allora presidente della Provincia Eugenio D'Orsi. L'accademico, di recente, è stato anche condannato dalla Corte dei Conti di Palermo a risarcire un danno erariale alla provincia di Agrigento. Mifsud è sparito dopo che, nell'ottobre del 2017, gli investigatori Usa dell'epoca resero noto il suo coinvolgimento nel Russiagate. Non si trova né nel suo appartamento a Roma, né presso il suo ex campus alla Link university, né a Londra. Il comitato nazionale democratico che ha citato in giudizio anche Mifsud in merito all'hackeraggio di migliaia di email nel 2016 ha detto che il professore ''è scomparso o forse morto''.
L’avviso di conclusione delle indagini, firmato dal procuratore Luigi Patronaggio, dall’aggiunto Salvatore Vella e dal pm Chiara Bisso ha, inoltre, come destinatari Olga Matraxia, ex dirigente del settore Affari generali dell’ente, Andrea Occhipinti, dirigente del settore finanziario e Giuseppe Vella, direttore amministrativo e firmatario dei mandati di pagamento.
L’accusa, ipotizzata per tutti per fatti risalenti agli anni 2012 e 2013, è di peculato. La somma sottratta ammonterebbe a circa 50mila euro.
I vertici del Consorzio universitario, in particolare, avrebbero consentito l'uso indebito delle carte di credito dell'ente, destinandole a spese esclusivamente personali di Mifsud come trasferte con mezzi aerei, acquisti per biglietti di treno o soggiorni in hotel, anche per i suoi accompagnatori, giustificando le spese con inesistenti ragioni di rappresentanza istituzionale.
Al solo Mifsud viene contestato di essersi appropriato di iPad, MacBook e altri costosi dispositivi elettronici del valore complessivo di 2.500 euro.