Spaccio di hashish e cocaina, scatta l'operazione "Street food": 6 arresti
Secondo quanto è emerso dall'attività investigativa, il sodalizio impiegava nelle illecite attività anche due ragazze infra-quattordicenni, sia come corrieri sia come assuntori finali delle sostanze stupefacenti
Sgominato un fiorente smercio di droga destinata ai giovani del Belicino. All'alba, i carabinieri hanno eseguito 6 ordinanze di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari emesse dal Gip del tribunale di Sciacca su richiesta della locale Procura della Repubblica. E' stata l'operazione "Street food". Tutti i destinatari delle misure sono accusati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver destinato l’uso della droga anche a minori.
I retroscena: "'Papà' e 'Carciofetto' gestivano l'acquisto di droga"
Le indagini dei carabinieri hanno consentito di bloccare una consistente rete di spaccio di hashish e cocaina, proveniente da Palermo e destinata alle piazze di Menfi, Santa Margherita di Belice, Montevago e Poggioreale, nel Trapanese. All'alba sono state eseguite, dai carabinieri di Sciacca e da quelli della stazione di Menfi, le misure firmate dal Gip.
IL VIDEO. Commerciavano "roba" per 200 mila euro
Quello che i Carabinieri hanno accertato, grazie anche ad attività tecniche ed a numerosi servizi di osservazione e pedinamenti, è che la sostanza stupefacente veniva spesso consegnata a pusher locali che a loro volta la rivendevano ad una clientela molto giovane.
L’indagine è stata convenzionalmente denominata “Street food” poiché i corrieri, residenti tra Menfi e Santa Margherita di Belice, per organizzare i viaggi necessari per approvvigionarsi dei quantitativi di droga, facevano riferimento a “cene, cibi di strada e fast food”.
La cosa che è apparsa più sconcertante è che il sodalizio in questione a volte impiegava nelle illecite attività anche due ragazze infra-quattordicenni, sia come corrieri sia come assuntori finali delle sostanze stupefacenti. I carichi di droga, durante i viaggi da Palermo a Menfi, venivano di sovente nascosti dentro le autovetture utilizzate ma, in alcuni casi, anche all’interno degli indumenti intimi delle giovani ragazze.
Tra gli indagati spiccano le figure di due menfitani, (uno detto papà) ed un altro (detto carciofetto), che gestivano il sodalizio mettendo a disposizione autovetture e telefoni cellulari per l’approvvigionamento ed il trasporto della droga, organizzando con cadenza quasi giornaliera delle sortite nel capoluogo regionale, per effettuare l’acquisto di hashish e cocaina.
Si stima che in circa tre mesi, gli indagati abbiano movimentato sulle piazze di spaccio vari chili di hashish ed alcuni etti di cocaina, la maggior parte destinati ai più giovani, per un giro di affari complessivo di circa 200.000 euro.