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Cronaca

"Dovevo aiutare un amico", ex direttore delle Poste sottrae dei soldi: i dettagli

L'agrigentino Vincenzo Di Rosa, avrebbe "truffato clienti per centinaia di migliaia di euro"

Misura dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria due volte alla settimana. E’ questo il provvedimento a carico di Vincenzo Di Rosa, agrigentino ed ex direttore delle Poste di Castrofilippo. 

A firmare la misura il gip Francesco Provenzano. Per Di Rosa, difeso dall'avvocato Salvatore Pennica, il pm Alessanda Russo aveva chiesto gli arresti domiciliari ma il giudice ha ritenuto adeguata la misura dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

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Vincenzo Di Rosa, avrebbe sottratto i risparmi ai clienti dell’ufficio postale di Castrofilippo di cui era direttore. Libretti ai pensionati per “aggiornare gli interessi”, il raggiro avrebbe provocato un danno di circa 200mila euro. Le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione di Castrofilippo che sono coordinati dal comando compagnia di Canicattì. Truffa aggravata e continuata e peculato sono le ipotesi di reato a suo carico. L’agrigentino avrebbe “agito per motivo di lucro, violato i doveri inerenti ad un pubblico servizio e commesso il fatto con abuso di relazioni di ufficio”.

Le indagini hanno preso il via grazie alla segnalazione del “fraud management” delle poste italiane di Catania, per un ammanco di 51mila euro. L’uomo avrebbe ammesso le proprie responsabilità, riferendo di avere “sottratto soli 51mila euro dall’ufficio - hanno ufficialmente reso noto i carabinieri della compagnia di Canicattì - per aiutare un amico in difficoltà, omettendo la sua gestione di libretti di alcuni clienti”.

Nel dettaglio, i clienti sarebbero: "un vedovo pensionato 83enne (50mila euro), una vedova pensionata, 89enne (17mila euro), una vedova pensionata 61enne (30mila euro), una casalinga 60enne (9mila euro). Inoltre, Di Rosa avrebbe contattato “due eredi, facendosi consegnare i documenti relativi alla chiusura dei conti dei defunti genitori ‘inoperosi’ per distrarre la somma di 65mila euro. Ma ancora, di “ulteriori due soggetti anziani carpendone la fiducia per sottrarre complessivamente 8mila euro circa”.

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Il giudice, pochi giorni fa, aveva ordinato anche di apporre i sigilli a beni, per un valore complessivo di 200 mila euro (l’ammontare della presunta truffa è anche superiore) di proprietà di Di Rosa. In particolare, secondo un calcolo di natura tecnica, è stata disposta l’apposizione dei sigilli, per un importo di 200 mila euro su “titoli, obbligazioni, altre forme di investimento presso conti intestati o cointestati”. In via subordinata, per un ammontare di 50 mila euro, è stato disposto il sequestro di beni mobili e immobili a lui intestati.

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