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Individuarono autori dello “sfregio” alla Scala dei Turchi, La Rovere: “L’amore per l’uniforme trasforma il senso del dovere in volere”

Il riconoscimento che elogia l’Arma dei carabinieri è stato conferito anche al colonnello Vittorio Stingo e al luogotenente Antonio Ditto. Targa a Vincenzo Cottone della Protezione civile. Numerose pergamene a tutti coloro che si sono spesi per ripulire la Scala dei Turchi “sfregiata” di rosso lo scorso 8 gennaio

In appena 48 ore sono riusciti ad assicurare alla giustizia i presunti responsabili dello “sfregio” alla Scala dei Turchi dello scorso gennaio, quando la scogliera di marna bianca venne imbrattata con polvere di ossido di ferro di colore rosso: era come se sanguinasse. Un gesto che fece indignare il mondo intero, non solo la comunità di Realmonte. Oggi, a pochi mesi di distanza dal fatto e con la scogliera di marna bianca che si presenta con tutto il suo candore (grazie all’intervento della Protezione civile, dei volontari e di semplici cittadini venne ripulita in un batter d’occhio), la città di Realmonte ha voluto conferire a 3 rappresentanti dell’Arma dei carabinieri la cittadinanza onoraria come testimonianza di gratitudine e di stima per l’eccezionale lavoro d’indagine portato a termine in tempi record.

Cittadinanza onoraria di Realmonte ai carabinieri: hanno scovato i responsabili dello "sfregio" alla Scala dei Turchi

Scala dei Turchi imbrattata con vernice rossa e polvere da intonaco: aperta inchiesta

La cittadinanza onoraria è stata conferita al colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri, al maggiore Marco La Rovere, comandante della compagnia di Agrigento e al luogotenente Antonio Ditto che è il comandante della stazione di Realmonte. Un riconoscimento anche a Vincenzo Cottone della protezione civile e numerose pergamene a tutti coloro che si sono spesi per restituire immediatamente la Scala dei Turchi alla collettività perfettamente ripulita dopo il vile “sacrilegio”

Danneggiamento della Scala dei Turchi, denunciati 2 favaresi

Dell'attività investigativa - acquisendo decine di filmati degli impianti di videosorveglianza ed effettuando una raffica di perquisizioni e verifiche fra Realmonte e Favara, passando anche per Porto Empedocle ed Agrigento - si è occupato il maggiore Marco La Rovere che, visibilmente emozionato, ha parlato di “amore per l’uniforme che trasforma il senso del dovere in volere, nel volere a tutti costi, sia per amor proprio che per amore della propria terra ad individuare i responsabili di un gesto simile”. I militari dell'Arma vennero coordinati dall'allora procuratore capo Luigi Patronaggio.

Lo “sfregio” alla Scala dei Turchi e i due denunciati: ecco come è stata condotta l’operazione​

Noi siamo l’arma della gente e quel maledetto 8 gennaio abbiamo risposto al tentativo di omicidio della Scala dei Turchi. La maggior parte degli agrigentini hanno preso coscienza dell’immenso patrimonio del territorio. Noi proteggiamo sia l’individuo che l’ambiente e la cultura e abbiamo accanto a noi tanta gente che combatte a nostro fianco.

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