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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Beni culturali, il 31 marzo scadono le gestioni private: verso un nuovo appalto?

Gli affidamenti, su base regionale, si sarebbero dovuti concludere a dicembre, ma era stata concessa una proroga per recuperare l'anno perso con il Covid. Proposto un rinvio di 4 anni, ma all'Ars l'idea è naufragata

Cosa accadrà di preciso, al momento, non lo sa nessuno anche perché tutti contavano sull'immancabile "prorogone" in salsa siciliana. Il prossimo 31 marzo, in tutta l'Isola, scadrà l'appalto di affidamento ai servizi aggiuntivi la gestione dei beni culturali ai privati. Nel caso della provincia di Agrigento stiamo parlando della "Coopculture".

L'affidamento, per la verità, sarebbe dovuto già scadere a fine dicembre in forza già di una prima proroga che è stata appunto reiterata fino alla fine di questo mese nelle more di un provvedimento ben più articolato: all'interno della legge di bilancio regionale, infatti, all'articolo 130, era stata inserita la proposta di un prolungamento dell'appalto "al fine di limitare il danno subito dalle imprese del settore", anche se solo "per un tempo non superiore alla durata all'affidamento". Questo anche perché la Regione, dal canto suo, non ha alcun bando pronto da presentare e quindi, in questo contesto, se non vi sarà una proroga non ci potrà che essere una vacatio.

L'articolo è stato però stralciato dalla finanziaria in seguito ad un accorato intervento del deputato del 5 Stelle Giovanni Di Caro, il quale ha evidenziato come da Palermo si stesse tentando di prorogare concessioni scadute a dicembre in "deroga al codice degli appalti" e con servivi affidati con gare risalenti al lontanissimo 2011. Di Caro già nel 2018 aveva firmato una interrogazione sui gestori dei servizi aggiuntivi, evidenziando come gli stessi avessero in molti casi potuto gestire importi ben superiori a quelli messi a gara grazie all'incremento delle visite nei luoghi della cultura.

Cosa accadrà adesso? E' verosimile, anzi, praticamente scontato, che una proroga di qualche tipo verrà comunque disposta, usando l'attuale situazione mondiale come motivazione, stante che parchi e musei, dopo una breve parentesi, sono tornati off limits. Il rischio è, altrimenti, che la competenza torni tutta sulle spalle degli organi regionali che, in larga parte dei casi, non hanno le risorse umane e tecniche necessarie.

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