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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Vogliamo l'acqua pubblica", le associazioni pronte alle barricate

La settimana entrante è attesissima perché si spera potrà portare all'individuazione di soluzioni per il futuro del servizio idrico

E' una settimana di "fuoco", almeno nelle premesse, quella che attende tutto quanto ruota intorno al servizio idrico in provincia di Agrigento.

Partiamo dalla mobilitazione di cittadini e associazioni che continuano a sostenere con forza come unica possibile forma di gestione "realmente pubblica", la società consortile, per quanto questa sia guardata con "timore" da alcuni sindaci che sembrano essersi un po' trincerati dietro i potenziali rischi per le casse pubbliche in caso di disavanzi di gestione.

Domani, alle 16.30, si terrà una riunione al caffè letterario "Pirandello" per preparare la "resistenza", in vista del 27 settembre prossimo, giornata in cui è stata convocata l'assemblea territoriale idrica per affrontare una decina di punti in totale tra i quali, appunto, la scelta della forma di gestione.

Ati, scelta del servizio idrico: l'incontro tecnico non dirada i dubbi

"Vi diranno  - dicono gli organizzatori dell'evento - che l’alternativa all’azienda consortile è una Spa pubblica ma tutti noi sappiamo che è il modo più semplice per far rientrare i privati dalla finestra dopo averli fatti uscire dalla porta. La gestione privata - dicono - ha garantito solo disservizi e bollette da record, finalmente adesso abbiamo l’opportunità di cambiare sul serio!". Le associazioni in tal senso annunciano una protesta di piazza il 26. 

Che il 27 si voti anche per la forma di gestione, però, è più che altro una speranza. E questo non solo perché ci si dovrà confrontare anche su un altro punto essenziale e potenzialmente foriero di scontri e divisioni - cioè l'individuazione di quali comuni hanno diritto a proseguire la gestione in proprio delle risorse idriche - ma anche perché sembra ormai prendere piede l'idea che la responsabilità di scegliere tra Spa e Azienda consortile possa transitare ai Consigli comunali. Un modo per evitare uno stallo in Assemblea che oggi andrebbe ad aggravare un ritardo già pesantissimo. In più occasioni si è rimarcato come sul tema dell'individuazione della forma di gestione l'Ati sia attualmente a rischio commissariamento. E questo potrebbe significare che a decidere per tutti sarà un commissario regionale.

Gestione del servizio idrico, otto comuni "sperano" nella gestione diretta

Ma proprio in questi giorni si attende il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale sulla richiesta del gruppo Campione contro l'interdittiva antimafia firmata dalla Prefettura. In caso di un parere positivo, però, cosa accadrebbe?

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