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Cronaca

Gestione del servizio idrico, è ora delle decisioni difficili: accordo entro oggi o scattano i licenziamenti

La curatela fallimentare di Girgenti Acque e Hydortecne ha respinto la proposta al ribasso fatta dall'Aica per l'affitto del ramo d'azienda e pretende nell'immediato una decisione

Sono giornate cruciali, quelle attuali, per il futuro del servizio idrico in provincia di Agrigento.

Se, come vi abbiamo raccontato, nella giornata di ieri all'Ars è stato approvato il disegno di legge che fornirà all'Aica le prime risorse per garantire il funzionamento del servizio nell'immediato, c'è un'altra partita ancora tutta da giocare e che sembra iniziare in salita. Stiamo parlando dell'affitto del ramo d'azienda delle ormai fallite Girgenti Acque e Hydortecne da parte dell'Aica, che permetterebbe alla nuova società consortile di partire utilizzando strutture (e soprattutto uomini e donne) del precedente gestore.

Un accordo tra le parti che però, al momento non c'è e deve comunque arrivare entro oggi, pena l'attivazione dei licenziamenti. La curatela fallimentare, infatti, nei giorni scorsi aveva fatto una proposta economica e tecnica ad Ati e consortile che è stata però oggetto di una controproposta (fortemente al ribasso) da parte dei sindaci che è stata però ritenuta non ricevibile dal tribunale.

I sindaci, infatti, oltre ad aver chiesto una riduzione del canone (che è oggi di 15mila euro mensili e che per la curatela fallimentare "è appena sufficiente a coprire i costi dei canoni locatizi"), avevano anche invocato per sé la possibilità di rifiutare di fatto l'affitto di beni che alla fine non dovessero essere oggetto di trasferimento definitivo tra la gestione privata a quella pubblica ma soprattutto chiesto uno "scudo" che li proteggesse dal ribaltamento di eventuali costi aggiuntivi oggi non noti.

La curatela fallimentare, con una lunga lettera, ha però chiarito che questa strada non è in alcun poco praticabile e ha soprattutto evidenziato che occorre "tutelare i livelli occupazionali.. tenuto conto che la Curatela non ha conoscenza diretta di soggetti lavoratori rinviati a giudizio né tantomeno dei reati oggetto di imputazione". Del resto, precisano dall'ufficio, il tribunale ha autorizzato i curatori "a non apporre i sigilli fino allo svolgimento del servizio pubblico in corso e ha autorizzato la Curatela ad astenersi, allo stato, dall'intraprendere le procedure di licenziamento collettivo dei dipendenti, in attesa delle decisioni che saranno assunte dalla gestione commissariale".

Sigilli che scatteranno, insieme ai licenziamenti, nel caso in cui il contratto non venga firmato. 

Le condizioni della Curatela, quindi, sono di un contratto di affitto di 15mila euro mensili per un totale di 6 mesi (3+3), "ferma restando la possibilità di ribaltare al nuovo gestore eventuali oneri oggi non predeterminabili e noti" e il passaggio di "tutti i lavoratori, nessuno escluso". L'Aica dovrà inoltre versare alla gestione fallimentare gli incassi connessi alle bollette per il periodo di propria competenza e consentire alla curatela fallimentare di incassare le somme dai soggetti morosi. Tutto seguendo un rigido calendario: le somme dovranno essere trasferite periodicamente, pena un recesso immediato dell'accordo.

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