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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Racalmuto

"Connivenze con Cosa Nostra", sequestrati beni per 120 milioni di euro

I finanzieri del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo hanno posto i sigilli a 10 aziende, fra cui la “Mediterranea Cavi”, dedita alla produzione e posa di cavi, e la “Program Group Racing Engineering”, proprietaria dell’autodromo della Valle dei Templi

Secondo la Procura della Repubblica di Palermo e secondo quanto è stato ufficializzato dalla Guardia di finanza: "Le attività, proprio grazie all’appoggio incondizionato di esponenti di spicco di Cosa Nostra Agrigentina, si sono ulteriormente sviluppate ed è stata diversificata, ampliando la galassia degli interessi economici di Romano. Nel tempo sono state costituite molte società, - scrivono le Fiamme Gialle - tra cui la 'Program Group Racing Engineering s.r.l.', proprietaria dell'autodromo internazionale 'Valle dei Templi' di Racalmuto, la 'Beton 640', la 'Mediterranea cavi spa' e la 'Romano Telecomunicazioni s.r.l.', queste ultime specializzate nella posa di cavi elettrici e telefonici che hanno via via guadagnato una posizione dominante nel settore delle opere di realizzazione di reti telematiche, nelle province della Sicilia occidentale".

"Con il consenso di Giuseppe Falsone, il boss di Campobello di Licata, considerato in passato il capo di Cosa Nostra Agrigentina, Calogero Romano ha, inoltre, fornito - prosegue, ancora, la ricostruzione ufficiale della Guardia di finanza - alle aziende riconducibili a Angelo Di Bella e Vincenzo Leone, appartenenti alla famiglia mafiosa di Canicattì, il calcestruzzo necessario alla realizzazione dei lavori di costruzione del centro commerciale 'Le Vigne'". Sarebbe stato accertato - rendono noto dalla Guardia di finanza - "come per l’edificazione del centro commerciale, Romano abbia fatto sistematico ricorso a sovrafatturazioni delle forniture di calcestruzzo, al fine di precostituirsi 'fondi neri' necessari al sostentamento della famiglia mafiosa di Canicattì".

I mafiosi Maurizio Di Gati e Ignazio Gagliardo si sono poi pentiti ed hanno iniziato la collaborazione con la giustizia. Entrambi "che erano stati informati direttamente dal Romano - prosegue la nota stampa della Guardia di finanza - delle iniziative imprenditoriali che lo stesso aveva intrapreso per la costruzione dell’autodromo di Racalmuto, hanno fornito dichiarazioni sul suo conto e sulle imprese". 

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