Una delle due pistole era nascosta sotto il letto dove dorme il figlioletto di uno dei due arrestati. "E' un giocattolo, tranquilli" aveva detti ai poliziotti che stavano perquisendo la sua abitazione. Ma gli agenti, che già da diversi giorni tenevano sott'occhio padre e figlio, non gli hanno minimamente creduto.

Così Pietro e Gaspare Coco, padre e figlio di Licata rispettivamente di 50 e 25 anni, sono finiti in carcere con l'accusa di detenzione di armi clandestine e di munizionamento da guerra. I due, finiti sotto la lente d'ingrandimento della Squadra Mobile di Agrigento e della sezione Anticrimine del Commissariato di Licata, sono stati trovati in possesso di una pistola semiautomatica "Beretta" calibro 9 con matricola abrasa e di una pistola semiautomatica "Belardinelli" calibro 7.65, anche questa con la matricola cancellata.

Durante la perquisizione gli agenti hanno anche rinvenuto e sequestrato 21 proiettili calibro 7.65, 21 proiettili calibro 9, 11 proiettili calibro 6.35, 11 ogive calibro 6.35, 21 bossoli calibro 6.35, 21 ogive 7.65, nonché 12 bossoli e 5 proiettili per armi da guerra e un bilancino di precisione. Secondo quanto ipotizzato dagli investigatori, i due avrebbero gestito il commercio di armi e di munizioni: avrebbero infatti confezionato in casa proiettili per armi di vario calibro.

Una circostanza a cui gli agenti sono arrivati dopo mesi di pedinamenti, appostamenti e attività di osservazione. Pietro e Gaspare Coco, dopo le formalità di rito, sono stati rinchiusi nel carcere di contrada Petrusa, ad Agrigento. A coordinare l'indagine è stato il pm Alessandro Macaluso, sostituto procuratore della Repubblica di Agrigento.

Le armi sequestrate dalla polizia a Licata