Strage di Lampedusa, dopo oltre 8 anni Sciacca dona degna sepoltura a 19 migranti morti in mare
Alla cerimonia di commemorazione era presente anche il “Comitato 3 ottobre” che da anni cerca di dare un'identità alle vittime
“Questa gente è il simbolo di chi cerca la libertà e una vita dignitosa, ma invece muore in mare. Oggi, aver dato loro una sepoltura dignitosa è il giusto riconoscimento per dare anche un segnale di vicinanza”. Così il sindaco di Sciacca, Francesca Valenti, ha voluto ricordare 19 delle 368 vittime del targico naufragio di Lampedusa del 3 ottobre 2013 che oggi hanno avuto degna sepoltura nel camposanto comunale.
Migranti morti nel Mediterraneo, dalla fossa comune a una degna sepoltura al cimitero
Davanti alle lapidi anonime era presente, a Sciacca, anche Tareke Brhane che presiede il "Comitato 3 ottobre", associazione che da oltre 8 anni sta cercando di dare un'identità alle vittime del mare che riposano, non solo a Sciacca, in molti cimiteri della Sicilia.
“Dopo la strage tutti dicevano "mai più morti". Dal 2013 ad oggi, invece, ci sono state circa 23 mila vittime. Si tratta di un cimitero aperto nel Mediterraneo. E anche da morti, non riusciamo oggi a dare delle risposte a queste persone. In questo momento non c'è la volontà politica per dare un'identità a chi è morto in mare”. Questo invece è stato il commento di Tareke Brhane che, nei mesi scorsi, aveva accompagnato alcuni familiari delle vittime in un tour dei cimiteri siciliani e che aveva fatto tappa anche a Sciacca.