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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Scritte sui muri, parla padre Giammusso: "Non ho mai conosciuto Salvatore Rotolo"

All'indomani della scoperta delle numerose scritte sui muri contro di lui, parla ad AgrigentoNotizie il parroco della chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù di Agrigento: "Ho dato conforto spirituale alla sua famiglia, nient'altro"

"Io Salvatore Rotolo neanche lo conosco, non l'ho mai visto. Ho solamente dato conforto spirituale alla sua famiglia, che è venuta in parrocchia per chiedere consolazione a seguito di questa vicenda. Ho fatto il sacerdote. Nient'altro". All'indomani della scoperta delle numerose scritte sui muri contro di lui, parla ad AgrigentoNotizie don Giuseppe Giammusso, parroco della chiesa di Santa Teresa del Bambino Gesù di Agrigento.

"Padre Giammusso, non si proteggono gli assassini. S…rotola il sacco" recitava il testo delle frasi impresse in giro per la città con le bombolette spray. Fin dai primi istanti la polizia aveva intuito che ci potesse essere un collegamento tra le scritte e Salvatore Rotolo, il carabiniere condannato in Appello a 18 anni di reclusione per l'omicidio della compagna Antonella Alfano, trovata carbonizzata a bordo della sua auto in via Papa Luciani il 5 febbraio del 2011. Nonostante il riserbo sulla vicenda, il collegamento è sembrato subito chiaro considerato che la parola "s…rotola" è stata realizzata con una "a" "particolare", in maniera tale da poter leggere sia la parola "rotola" che il cognome del carabiniere "Rotolo".

"C'è una sofferenza da parte di chi è stato toccato da questa vicenda - ha continuato padre Giammusso - . Ma la figura del sacerdote non c'entra. Il sacerdote accoglie tutti e non esclude nessuno. Il sacerdote non giustifica il male. Però esorta, conforta e sostiene. Questo è il compito del sacerdote. Noi non proteggiamo nessuno. Noi sosteniamo le persone che sono ferite, angustiate, tutti quelli che vengono a chiederci aiuto. La famiglia di Salvatore Rotolo è venuta qui a chiedere consolazione. Abbiamo pregato perché il Signore sostenesse la sofferenza di questa madre, della sorella e di tutti i familiari. Un sostegno spirituale. Io neanche conosco Salvatore Rotolo. Non ho mai avuto alcun contatto con questa persona".

Padre Giammusso, molto conosciuto in città per la sua grande spiritualità e per il suo carisma, ha voluto paragonare la vicenda alla sua esperienza di cappellano del carcere Petrusa di Agrigento, risalente a diversi anni fa. "Cosa facevo nella casa circondariale? Giustificavo o sostenevo? No, cercavo solamente di convertire la loro sofferenza in una redenzione. Gli uomini quando sono feriti hanno bisogno di una speranza per vivere, non per far dispetto a questo o a quell'altro. Ognuno deve anche essere determinato dai valori. Quando questi non ci sono, c'è la disperazione. Tutti i sacerdoti sono così, tutta la Chiesa è così" ha concluso padre Giammusso.

Il sacerdote è stato già sentito dalla polizia: ieri, poche ore dopo il rinvenimento delle scritte, padre Giammusso ha parlato anche con l'arcivescovo di Agrigento, don Franco Montenegro, e con il questore, Giuseppe Bisogno. Naturalmente la polizia vuole vederci chiaro. Per questo motivo è stata avviata un'indagine, affidata agli agenti della squadra Mobile, per far luce sull'intera vicenda

Le scritte in città contro padre Giuseppe Giammusso

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