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Cronaca Sciacca

Intervento chirurgico interrotto per embolia polmonare: paziente muore dopo nemmeno un mese, Asp in tribunale

Gli eredi della donna si sono visti rigettare la richiesta di risarcimento danni dal tribunale della città dei Templi, ma hanno già impugnato la sentenza davanti la corte d'appello

Finisce al pronto soccorso dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Sciacca – era il 6 dicembre del 2010 - per un infortunio che le aveva provocato la frattura scomposta del femore destro. Viene ricoverata in Ortopedia per essere sottoposta ad un intervento chirurgico, interrotto dopo 15 minuti per embolia polmonare massiva. La paziente venne trasferita, allora, in Rianimazione e il 20 gennaio del 2011 fu sottoposta ad un’operazione per la sostituzione protesica dell’anca. Rimase, fino al 25 gennaio del 2011, ricoverata in Medicina con un quadro clinico complicatissimo che portarono poi, purtroppo, al decesso. I familiari citarono l’Asp dinanzi al tribunale di Agrigento affinché venissero accertati e dichiarati i profili di negligenza, imprudenza e imperizia degli operatori sanitari, segnalando anche la violazione dell’obbligo del consenso informato. Chiedevano un risarcimento danni di 1.320.000 euro.

Il giudizio di primo grado si è definito con una sentenza – emessa il 9 dicembre del 2020 – di rigetto delle domande risarcitorie formulate dagli eredi che sono stati, dunque, di fatto, condannati alla refusione delle spese in favore dell’azienda sanitaria provinciale. All’inizio dello scorso febbraio però, gli eredi – per ottenere la sospensione dell’efficacia esecutiva della sentenza di primo grado e la parziale riforma del pronunciamento – hanno fatto ricorso in appello, chiedendo di condannare l’Asp al risarcimento del danno quantificato in 470 mila euro o nella maggiore o minore somma da quantificarsi nel corso del giudizio. L’udienza è stata fissata per il prossimo 10 dicembre dinanzi la Corte d’appello di Palermo.

L’Asp ha deciso, nelle ultime ore, di procedere alla costituzione nel giudizio d’appello “per evitare la riforma della statuizione di primo grado favorevole all’azienda sanitaria – scrivono – e il pagamento di somme non ritenute dovute”. L’incarico professionale di difesa e rappresentanza dell’ente è stato affidato all’avvocato Salvatore Marino, con studio a Mazzarino, “per continuità di linea difensiva avendo curato la rappresentanza e la difesa – spiega l’Asp di Agrigento – nella fase precedente”. Si tratta di un legale che è iscritto negli elenchi di fiducia dello stesso ente. La nomina è stata munita della clausola “immediata esecutività”, visto l’urgenza di costituirsi rapidamente nel giudizio di appello. 

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