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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Scavi per il teatro Ellenistico, Agrigento come Siracusa o Segesta?

Il Parco sta studiando una serie di strategie per garantire la fruizione: verrà connessa la parte centrale della città antica con la collina, attraversando un paesaggio agricolo tradizionale

Ci si aspetta – veramente, più che altro, lo si spera - di trovarlo integro. Agrigento come Siracusa o come Segesta? “E’ prematuro poterlo ipotizzare – ha spiegato, ieri, il direttore del Parco archeologico Giuseppe Parello - . Non sappiamo davvero in che condizioni sia e se sarà, dunque, possibile un riutilizzo”. Dipende infatti tutto dalle condizioni di conservazione. A lasciare ben sperare sono i primi gradoni venuti alla luce: sono interi. Per ridare vita al teatro Ellenistico di Akragas, rendendolo non soltanto fruibile ma anche utilizzabile, anche il resto – anche se magari disconnesso – dovrà necessariamente essere integro.

Nell’attesa della terza campagna di scavi – che darà appunto contezza delle condizioni del resto del teatro Ellenistico – il Parco archeologico sta studiando una serie di strategie per garantire la fruizione della scoperta. “Apriremo una nuova biglietteria d’accesso all’ex scuola rurale – ha spiegato, ieri, il direttore del Parco: Giuseppe Parello - . In questo modo dalla scuola rurale si potrà visitare il quartiere Ellenistico-Romano e il teatro e poi attraverso il Cardo I, che abbiamo recuperato con un intervento di manutenzione, si potrà arrivare alla collina dei Templi. Verrà connessa in questo modo la parte centrale della città antica con la collina, attraversando un paesaggio agricolo tradizionale”.

Il Parco sta, dunque, lavorando all’innovativo percorso di visita che avrà una valenza paesaggistica e monumentale. I due poli – i più importanti della città antica – saranno dunque connessi. Per il resto – ossia per un eventuale, ipotetico, utilizzo del teatro, così come avviene a Siracusa o a Segesta, poi si vedrà. E sarà fondamentale la nuova campagna di scavi.

“Grazie alla sensibilità della Regione – ha sottolineato Parello – il progetto, da 2 milioni di euro, è stato inserito nel ‘Patto per il Sud’. E questo ci consentirà di proseguire in maniera intensa i lavori di scavo e mettere, appunto, in campo le strategie per la fruizione, creando un nuovo modo per raccontare la Valle dei Templi e facendo in modo che i visitatori e i turisti attraversino un paesaggio molto bello e ben conservato, non solo per la monumentalità archeologica ma anche per il contesto paesaggistico all’interno del quale le rovine si trovano”. L’ultima – la seconda – campagna di scavi ha consentito di mettere in luce i gradoni e quindi di avere l’esatta dimensione dello sviluppo del teatro sia in planimetria che in alzato. Con una precisa traccia in mano, gli archeologici potranno, dunque, proseguire a scavare nelle immediate adiacenze, nella parte Sud dei gradini ritrovati e la speranza è quella di ritrovarne altri ancora in posto. Perché se così fosse – e lo ha ammesso candidamente, quando è stata fatta la conferenza stampa di chiusura di questa seconda campagna di scavi, il direttore del Parco, si “potrebbe potenzialmente ragionare su una ipotesi di eventuale, possibile, utilizzo della struttura”. 

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