Sul treno con l'abbonamento di un altro, la Polfer scopre la fuga dalla comunità e lo denuncia
A finire nei guai è stato un minorenne che, adesso, dovrà rispondere delle ipotesi di reato di falsa attestazione a pubblico ufficiale e di inosservanza delle prescrizioni dell’autorità giudiziaria
Si allontana dalla comunità d’accoglienza per minori difficili e decide di farsi un viaggetto con il treno. E lo fa utilizzando un abbonamento che non è suo, ma di un conoscente. E’ su un convoglio della linea Agrigento-Palermo che il giovane è stato controllato dagli agenti della polizia ferroviaria della città dei Templi. Il minore è stato trovato sprovvisto di documenti, ma ha declinato le sue generalità. Notando un certo nervosismo, i poliziotti gli hanno naturalmente, inevitabilmente, chiesto il biglietto. Ha esibito appunto un abbonamento. E il nome di quell’abbonamento non corrispondeva con le generalità che poco prima il giovane aveva comunicato. I sospetti degli agenti, a questo punto, si sono fatti concreti. E’ stata avviata un’attività di verifica e riscontro ed è stato accertato che il minorenne, un palermitano, si era appunto allontanato arbitrariamente dalla comunità dove era stato collocato. Il ragazzino è stato denunciato, in stato di libertà, alla Procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni del capoluogo siciliano. Dovrà rispondere delle ipotesi di reato di falsa attestazione a pubblico ufficiale e di inosservanza delle prescrizioni dell’autorità giudiziaria.
Soltanto quando l’attività di riscontro e la formalizzazione dell’accusa è stata ultimata, il giovane è stato riaccompagnato – dagli stessi agenti della Polfer di Agrigento – nella comunità d’accoglienza dalla quale, appunto, si era allontanato.
La Polfer, quotidianamente, tiene gli occhi ben puntati su tutti i convogli ferroviari in partenza o in arrivo nella città dei Templi e sui passeggeri. Appare scontato che quando viaggiano da soli dei minori, l’attenzione si fa massima. E così è stata nei confronti del ragazzino che, a suo dire, voleva fare un viaggetto in treno, prendersi una giornata di vacanza. Non è naturalmente certo che quell’intenzione fosse reale, così come non è certo, appunto, che il ragazzo sarebbe tornato indietro, rientrando nella comunità dove era stato alloggiato.