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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Realmonte

L'inchiesta sulla Scala dei Turchi "contesa" da Regione e privato: il gip dispone superperizia

L'indagato è un 73enne che sostiene di essere il proprietario: la Procura ottiene una verifica sui documenti prodotti per sostenere la sua tesi. I tecnici si occuperanno anche di accertare la demanialità delle particelle. La scogliera di marna è sotto sequestro da febbraio

Una super perizia per "accertare e descrivere lo stato dei luoghi, attraverso rilievi fotografici, topografici ed aerofotogrammetrici" oltre che per accertare la demanialità di alcune particelle nonchè "l’autenticità e la veridicità dei documenti esibiti dall’indagato al fine di reclamare la proprietà privata".

L'inchiesta sulla Scala dei Turchi, "contesa" fra la Regione e un privato, arriva al bivio decisivo: il gip Luisa Turco ha accolto la richiesta del procuratore Luigi Patronaggio di disporre gli accertamenti tecnici nell'ambito di un incidente probatorio. 

Era stato lo stesso Patronaggio, lo scorso 27 febbraio, ad emettere il provvedimento di sequestro urgente della Scala dei Turchi. Una persona, allora, era stata iscritta nel registro degli indagati. Si tratta di Ferdinando Sciabarrà, 73 anni, che sostiene di essere il proprietario della scogliera di marna famosa in tutto il mondo.

Il capo dei pm agrigentini gli contesta i reati di occupazione di demanio pubblico, invasione di area demaniale, "omesso collocamento di cartelli di pericolo", violazione del codice dei beni culturali e danneggiamento al patrimonio archeologico.

"Abbiamo registrato - aveva spiegato il procuratore - atti di vandalismo, gente che porta via pezzi di marna, graffiti di dubbio gusto, buchi nella scogliera, carotaggi non autorizzati. E' un sito fragile perché dalla parte sommitale cadono dei massi che mettono in pericolo le persone, ma danneggiano la stessa marna bianca".

Patronaggio aveva aggiunto: "Vi è un contenzioso fra l'indagato che si ritiene proprietario e il demanio. Noi riteniamo che un bene che abbia questo valore storico, paesaggistico, geologico - ha proseguito - debba essere restituito alla mano pubblica. Abbiamo ipotizzato i reati di occupazione abusiva di demanio, ma anche altri reati perché il possessore di fatto non ha mai tutelato questo bene, né da un punto di vista paesaggistico, né per quanto riguarda la tutela dell'incolumità".

Alla richiesta di disporre gli accertamenti non si è opposto il difensore di Sciabarrà - l'avvocato Giuseppe Scozzari - che, anzi, aveva espressamente aderito chiedendo, però, di escludere dai quesiti l'accertamento sulla veridicità dei documenti prodotti da Sciabarrà che, invece, il gip ha ritenuto di ammettere. 

La perizia collegiale sarà eseguita dall'ingegnere Gabriele Freni, docente dell'Università di Enna Kore e il geologo Pasquale Massimiliano Mastrosimone. L'incarico sarà conferito il 23 novembre.

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