Giovani bengalesi morti assiderati, la Procura apre un'inchiesta
Per i pm si configura la fattispecie di "morte o lesioni come conseguenza di altro delitto", reato colposo legato al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Sono, come sempre, in corso le indagini per identificare gli scafisti e gli organizzatori della traversata conclusasi, per 7 persone, in tragedia
La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un'inchiesta, a carico di ignoti, sull'ennesima tragedia che si è registrata fra le acque antistanti e la terraferma di Lampedusa, a 18 miglia dall'isolotto di Lampione per la precisione.
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Per il procuratore capo Luigi Patronaggio e l'aggiunto Salvatore Vella si configura la fattispecie di favoreggiamento della immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo quale conseguenza di altro reato. Le indagini per l'identificazione degli organizzatori e degli scafisti sono state delegate alla Squadra Mobile di Agrigento. Sono in corso le indagini per identificare gli scafisti e gli organizzatori della traversata conclusasi, appunto, per 7 giovani originari del Bangladesh morti assiderati, in tragedia.
L'articolo 586 del codice penale prevede infatti: "Quando da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona, si applicano le disposizioni dell?articolo 83, ma le pene stabilite negli articoli 589 e 590 sono aumentate".
Gli equipaggi della Guardia di finanza e della Guardia costiera hanno operato in condizioni metereologiche proibitive. Il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, si è complimentato personalmente con i comandanti delle unità navali intervenute per il coraggio e l'alta professionalità dimostrata in mare.