Pugni, bottigliate e colpi di casco dopo quel bicchiere in più: movida sempre più violenta
I casi sono numerosi, pare, e molti non vengono denunciati, restando quindi sconosciuti anche alle forze dell'ordine se nessuno si rivolge alle cure degli ospedali
Tanto, tantissimo alcol, e in alcuni casi una "botta" di cocaina, o, ancora più spesso, solo voglia di menare le mani, senza alcuna sostanza che "inneschi" la violenza. I casi sono tanti, più di quanti ne riportino le cronache: spesso, infatti, le scazzottate rimangono lontane dai riflettori e, soprattutto, dall'attenzione delle forze dell'ordine, perché nessuno sporge denuncia e a volte ci si rifiuta anche di sottoporsi alle cure dell'ospedale.
Chiunque frequenti la "notte" Sanleonina (e, in inverno, nelle zone del centro) sa perfettamente cosa accade oltre un certo orario nei luoghi di ritrovo e quanto sia facile essere coinvolti proprio malgrado in una violenta lite. Scazzottate che avvengono quasi sempre al di fuori dei locali, in terreno "neutro", in luoghi che sono però poi quelli di maggiore assembramento di giovani e giovanissimi. Una situazione che è peggiorata post pandemia (e sono i numeri a dirlo) e rispetto alla quale ad oggi sembra ci sia poco di effettivamente operativo in campo.
La violenza, va precisata, non ha origine geografica: le risse si registrano anche altrove, per quanto Agrigento sia, per propria destinazione, la meta più ambita dai giovani di larga parte della provincia.
Così, se a chiedere una "regia provinciale" con l'ausilio di tutte le forze dell'ordine è il Codacons (che si spinge a chiedere delle "ronde nella movida") il sindaco Franco Micciché dopo i fatti di questi giorni ha richiesto un incontro urgente in Prefettura per rimodulare, in queste ultime settimane di estate, il sistema dei controlli a San Leone.
In particolare il primo cittadino aveva già chiesto nel recente passato di spostare da piazzale Aster alla zona del porticciolo le pattuglie di polizia e carabinieri che abitualmente stazionano per prevenire risse. Attività che funziona perfettamente per quella porzione di San Leone, ma che ha fatto spostare di alcune centinaia di metri i male intenzionati. E' quindi possibile che si torni a sollecitare una riorganizzazione dei controlli, pur nella consapevolezza che l'emergenza, prima ancora che di ordine pubblico, è di tipo educativo e sociale.