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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

"Calci e pugni alla testa alla moglie incinta", allontanato marito violento

La donna sarebbe stata picchiata e maltrattata perché il compagno non accettava la fine della loro relazione

Insulti, minacce, calci e pugni alla moglie incinta. Il giudice, raccolta la denuncia della presunta vittima, allontana il marito e gli impone di tenersi distante almeno 500 metri dalla donna che, oltre ad essere stata brutalmente picchiata, sarebbe stata pure rapinata del cellulare.

Questa mattina, davanti al gip Stefano Zammuto, si è celebrato l’interrogatorio di garanzia nel corso del quale il trentaseienne di San Giovanni Gemini, indagato, assistito dal difensore, l’avvocato Teresa Alba Raguccia (nella foto in basso), si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’uomo è accusato di maltrattamenti, lesioni aggravate e rapina.

L’indagine, coordinata dal pubblico ministero Gloria Andreoli, prende le mosse da una denuncia presentata dalla donna che ha raccontato di essere stata maltrattata per anni, anche durante la gravidanza, dal marito che l’avrebbe picchiata con pugni, calci e le avrebbe lanciato addosso pure degli oggetti. Il tutto sarebbe avvenuto pure in presenza dei figli. L’episodio probabilmente più grave risale al 20 febbraio scorso. Il trentaseienne, dopo avere lasciato l’abitazione coniugale per diversi mesi, sarebbe tornato, avrebbe sfondato la porta di ingresso e l’avrebbe colpita con un violento pugno alla testa provocandole un trauma alla fronte.

Il 13 marzo, invece, l’avrebbe addirittura rapinata del cellulare che le avrebbe sottratto con violenza dopo averla afferrata per le braccia e per i capelli e averla strattonata. All’origine dei gesti violenti successivi alla separazione di fatto ci sarebbe stata proprio la sua gelosia e l’incapacità di accettare la fine della loro relazione.

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