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Cronaca San Biagio Platani

Assalto all'ufficio postale, individuata la banda: la procura chiude l'indagine

Il pm si appresta a mandare a processo il sabettese Raffaele Salvatore Fragapane - in passato coinvolto nell'inchiesta antimafia "Montagna" - e il palermitano Umberto D'Arpa. Una terza persona li avrebbe aiutati a nascondere l'arma utilizzata per la rapina che fruttò oltre 2.600 euro

In due assaltano l'ufficio postale facendosi consegnare l'incasso - circa 2.600 euro - mentre il basista li accompagna facendo strada con la sua auto. Una terza persona mette a disposizione un garage per nascondere la vettura usata per la rapina.

Il basista, come di consueto residente nelle vicinanze contrariamente agli esecutori che sono in trasferta, per evitare altri guai, minaccia pure un teste che era stato convocato dai carabinieri che indagavano sull'episodio. Due anni e mezzo dopo il colpo all'ufficio postale di San Biagio Platani, la procura individua due dei tre presunti responsabili della rapina e un fiancheggiatore e si appresta a mandarli a processo.

Il pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò ha fatto notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari - atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio - nei confronti di tre persone. Si tratta di Raffaele Salvatore Fragapane, 45 anni, di Santa Elisabetta ma residente proprio a San Biagio Platani; Umberto D'Arpa, 55 anni, di Palermo e Salvatore Canzoneri, 43 anni, di San Biagio Platani.

Fragapane e D'Arpa, peraltro, in passato sono stati arrestati e condannati, insieme ad una terza persona, per l'accusa di avere messo a segno una rapina con un bottino di oltre 50mila euro ai danni della Banca Sant'Angelo di Raffadali. Lo stesso Fragapane, in passato, è stato coinvolto nell'operazione antimafia "Montagna" nella quale, invece, è stato assolto.

I due sono accusati di rapina aggravata in concorso. L'episodio è accaduto il 27 novembre del 2019 attorno alle 10 del mattino. Fragapane, secondo la ricostruzione dell'episodio, avrebbe scortato con la sua auto D'Arpa e un terzo rapinatore non identificato. I due sarebbero scesi dalla loro auto per rapinare, col volto travisato, due impiegati dell'ufficio di via Veneziano che furono costretti a consegnare circa 2.600 euro. 

Subito dopo lo stesso Fragapane avrebbe accompagnato D'Arpa e il terzo rapinatore non identificato fino al garage di Canzoneri dove fu nascosta l'auto risultata rubata tanto che ai due viene contestata anche l'accusa di ricettazione. Canzoneri è accusato solo di favoreggiamento.

Le indagini dei carabinieri e l'esame dei filmati di videosorveglianza hanno consentito di fare chiudere il cerchio.

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