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Cronaca

Agrigento, gli stucchi di Serpotta quasi corrosi: l'allarme del M5s

A rilanciare la questione è Elio Di Bella, docente di Storia e filosofia e attivista del M5s agrigentino che in precedenza aveva già posto l'attenzione sulla vicenda e adesso dice: "Le autorità a cui compete la salvaguardia di tali opere d'arte nella città di Agrigento non hanno nemmeno istituito il tavolo tecnico che avevano promesso di organizzare"

Si sono ulteriormente aggravate  le condizioni delle opere dell’artista siciliano Giacomo Serpotta conservate nella chiesa di Santo Spirito ad Agrigento.

A lanciare l'allarme è Elio Di Bella, docente di Storia e filosofia e attivista del M5s agrigentino che in precedenza aveva già posto l'attenzione sulla vicenda.

"Le autorità a cui compete la salvaguardia di tali opere d’arte nella città di Agrigento non hanno nemmeno istituito il tavolo tecnico che avevano promesso di organizzare per adottare le misure necessarie per fermare adeguatamente l’umidità ascendente che sta corrodendo gli stucchi secenteschi.

Dal governo, a cui per primo spetta la tutela di un’opera considerata tra i migliori esemplari del barocco siciliano, alla Sovrintendenza,  dal Comune, alla Curia diocesana nessun interesse  viene chiaramente manifestato verso la cura e la salvezza di  questa testimonianza culturale unica nel nostro territorio.

Si sostiene che i fondi mancano, ma nessuno sforzo si fa per individuare possibili risorse. Segno di totale insensibilità verso tale impresa" dice in una nota in cui lancia un ulteriore appello affinchè "al più presto si esprima un parere tecnico ufficiale sulle condizioni dei quadroni secenteschi del Serpotta nella chiesa di Santo Spirito, si istituisca il tavolo tecnico promesso, individuando le risorse necessarie per restaurare quanto è ancora possibile salvare.

Il mondo culturale agrigentino penso sia davvero indignato verso autorità locali costituite da soggetti di certo anche ben pagati,  ma che non stanno dando prova in questa circostanza di autentico amore per l’arte e la cultura - ha detto ancora Di Bella -. 

La popolazione e la storia li giudicheranno severamente, se dovessero andare perdute le splendide opere del Serpotta ad Agrigento, come è andata perduta la bella facciata secentesca della chiesa di santa Rosalia, perdutasi  per la  deplorevole incuria delle cosiddette autorità competenti di cinquant’anni fa.

Mentre auspichiamo che anche in altre sedi si valuti se chi ha competenza verso tale patrimonio artistico stia facendo tutto il suo dovere, chiediamo alle associazioni culturali agrigentine, ai professionisti e a tutti coloro che hanno a cuore la storia e la cultura di far sentire la propria voce per salvare le opere del Serpotta".
 

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