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Microcriminalità / Lampedusa e Linosa

Ruba l'auto di una disoccupata, rintracciato e denunciato dai carabinieri: è un tunisino ospite dell'hotspot

L’utilitaria è stata, dopo i controlli di rito, restituita alla legittima proprietaria: una donna che, per ore, non riusciva a darsi pace, e a credere, che anche a Lampedusa vengono rubate le macchine

Chissà dove pensava di riuscire ad andare con quell’auto rubata. Chissà cosa voleva provare a fare, non tenendo in conto che era Lampedusa: un’isola da dove è, naturalmente, impossibile scappare in macchina. Ha 30 anni il tunisino, ospite dell’hotspot di contrada Imbriacola, che è stato denunciato, in stato di libertà, alla Procura di Agrigento per furto aggravato. Il giovane, nel corso di uno degli ultimi pomeriggi, ha rubato la Fiat Panda di una disoccupata lampedusana. La donna aveva lasciato la vettura posteggiata sul lungomare Rizzo, di fatto a poca distanza dal porto. La quarantaseienne, accortasi, un’ora e mezza dopo aver parcheggiato, che l’auto era sparita, ha subito chiamato i carabinieri. Militari dell’Arma che, in tempo record, sono riusciti a ritrovare l’utilitaria. In via Bonfiglio, la Fiat Panda veniva guidata dal tunisino trentenne sbarcato sull’isola lo scorso 29 luglio. L’immigrato è stato bloccato e portato in caserma dove i carabinieri gli hanno, appunto, contestato il reato di furto aggravato.

L’utilitaria è stata, dopo i controlli di rito, restituita alla legittima proprietaria: una donna che, per ore, non riusciva a darsi pace, e a credere, che anche a Lampedusa vengono rubate le macchine. Si tratta, per l’isola, infatti, di reati quasi inesistenti perché nessun mezzo può essere portato via senza essere controllato prima dell’eventuale imbarco sui traghetti di linea. Nell’estate del 2000, un altro immigrato, ospite della struttura di primissima accoglienza, venne bloccato, da tre persone che lo circondarono, mentre, nella zona del porto di Lampedusa, tentava di rubare un’autovettura posteggiata. Allora, venne realizzato, con un telefono cellulare, anche un video che fece il giro dei social, ma non soltanto. 

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