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Venerdì, 19 Aprile 2024
Operazione “Fake cars”

"Rivendevano auto oggetto di furto o di appropriazione indebita": polizia esegue 9 misure cautelari, sequestri anche in provincia

La lunga e complessa attività d’indagine della polizia ha permesso di individuare 54 veicoli di provenienza illecita rivenduti a ignari cittadini, per un valore complessivo di oltre un milione di euro

Sono stati sequestrati anche ad Agrigento, oltre che a San Cataldo, Catania, Avellino e Reggio Calabria, 9 dei 54 veicoli - per un valore di oltre 200mila euro - acquisiti illecitamente attraverso truffe realizzate ai danni di società finanziarie. Veicoli utilizzati con documenti falsi perché provenienti da furti appropriazione indebita commessi in territorio campano e siciliano. 

La polizia (la Squadra Mobile e la Stradale) ha eseguito 9 misure cautelari emesse dal gip, su richiesta della Procura Distrettuale di Caltanissetta. Cinque dei nove indagati (sono tutti Nisseni) sono indiziati, a vario titolo, di aver promosso, costituito e partecipato a un’associazione per delinquere allo scopo di reperire gli autoveicoli da rivendere a terzi ignari per ottenerne un profitto. Le ipotesi di reato contestate sono: falsità materiale commessa dal privato in atti pubblici, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, truffa, ricettazione e riciclaggio.

Gli altri quattro indagati sono indiziati di aver commesso alcuni dei reati scopo dell’associazione. L’indagine ha avuto origine da alcuni controlli effettuati dalla polizia Stradale di Caltanissetta nel 2020, in quanto vi era il fondato sospetto che sul territorio del Nisseno operasse un gruppo di soggetti dedito all’acquisto di veicoli di origine illecita. Fondamentale la segnalazione da parte di alcuni cittadini vittime di truffe.

Le indagini avviate dalla Squadra Mobile e dalla sezione della polizia Stradale hanno permesso di ricostruire il modus operandi messo in atto dagli indagati che avrebbero rivenduto automobili oggetto di furti o di appropriazioni indebite ai danni di società di leasing e i cui segni di riconoscimento, in alcuni casi, risultavano manomessi, così da poterne occultare la provenienza. Tale attività illecita ha destato particolare preoccupazione a causa dell’elevato numero di persone offese, individuabili tanto nei soggetti vittime dei furti e delle appropriazioni indebite, quanto negli ignari acquirenti di autovetture di origine illecita, peraltro di elevato significativo commerciale. La lunga e complessa attività d’indagine della polizia ha permesso di individuare 54 veicoli di provenienza illecita rivenduti a ignari cittadini, per un valore complessivo di oltre un milione di euro. Gli ignari acquirenti hanno subito anche il sequestro delle vetture non ottenendo il dovuto ristoro delle somme pagate quale corrispettivo.

Gli indagati avrebbero agito secondo schemi più o meno complessi escogitati per dissimulare l’origine illecita degli autoveicoli commercializzati, tra cui la sostituzione delle targhe a seguito della presentazione di false denunce di smarrimento, la formazione di atti notarili falsi o, ancora, l’utilizzo di autoveicoli con la numerazione del telaio ribattuta simulandone la provenienza estera. Per quest'ultimo caso sarebbe stata prodotta documentazione falsa attestante la titolarità del veicolo, così da consentirne la circolazione nel mercato lecito. I nuovi dati identificativi inseriti erano quelli di autovetture effettivamente esistenti e circolanti in uno Stato estero, che, in tal modo, venivano “clonate”. Successivamente, le autovetture sarebbero state “ri-nazionalizzate”, così simulandone - documentalmente - la loro importazione dall’estero (ove in realtà continuava a circolare l’originale veicolo “clonato” in Italia utilizzando mezzi oggetto di illecita sottrazione).

Gli indagati sarebbero entrati in gioco proprio in questa seconda fase occupandosi, dopo aver ricevuto le autovetture falsamente importate dall’estero, di trasferirle rapidamente a ignari acquirenti a un prezzo lievemente inferiore a quello di mercato.

I 54 veicoli individuati durante le indagini sono tutti circolanti in diverse regioni italiane e in quasi tutte le provincie siciliane. Sussistendo un fondato motivo di ritenere che gli indagati fossero ancora in piena operatività, i pm titolari delle indagini, oltre a richiedere l’applicazione delle misure cautelari personali, hanno richiesto al gip di disporre il sequestro preventivo di nove autovetture, del valore complessivo di 200.000 euro. I veicoli sono stati sequestrati questa mattina nelle città di San Cataldo, Agrigento, Catania, Avellino e Reggio Calabria.

La Questura di Caltanissetta ha diramato le fotografie di due degli indagati: Eugenio Amico e Michele Giarratana "al fine - scrivono dalla Questura - di individuare ulteriori persone offese vittime di truffa, considerato che i due hanno più volte utilizzato documenti falsi per stipulare contratti".

foto arrestati amico eugenio, giarratana michele-3

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