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Cronaca Canicattì / contrada casalotti

Ritrovato a Canicattì il corpo di Giovanni Brunetto, nuovo fermo per Carità e Bianchi

Si trovava sotterrato in un terreno in contrada Casalotti, a Canicattì, di proprietà dell'avvocato Calogero Meli. In quell'appezzamento uno degli indagati si occupava di lavori agricoli

E' stato ritrovato ieri pomeriggio in un terreno a Canicattì, in contrada Casalotti, il cadavere di Giovanni Brunetto, l’imprenditore di Licata scomparso dal 7 maggio scorso. A scoprire il corpo senza vita dell'uomo sono stati i poliziotti del Commissariato di Licata, che indagano sulla vicenda sin dalla scomparsa. Il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo, unitamente al sostituto Salvatore Vella, ha così emesso un nuovo fermo di indiziato di delitto a carico di Angelo Carità, 58 anni, e Angelo Bianchi, 37 anni, entrambi licatesi, già fermati per l'omicidio di Brunetto lo scorso 20 maggio, ma successivamente scarcerati dal Tribunale del Riesame. Bianchi è stato già fermato dagli agenti del Commissariato licatese, diretti dal vicequestore aggiunto Giancarlo Consoli. Carità, invece, risulta attualmente irreperibile.

Per gli inquirenti, alla base del delitto ci sarebbero problemi legati a un debito contratto da uno dei due presunti assassini nei confronti di Brunetto. Secondo una prima ricostruzione, infatti, pare che Brunetto vantasse un credito di oltre 40mila euro nei confronti di Carità. Quest'ultimo, con la scusa di un incontro chiarificatore, lo avrebbe ucciso con la complicità del Bianchi.

Fino a questo momento, il corpo senza vita dell'uomo non era stato trovato. Ma con la prova del cadavere, gli inquirenti non hanno perso un istante, emettendo un nuovo provvedimento di fermo per i due licatesi

Il corpo di Brunetto, fatto a pezzi, si trovava, come detto, in un terreno in contrada Casalotti, a Canicattì, di proprietà dell'avvocato Calogero Meli. In quell'appezzamento Angelo Carità si occupava – per conto del legale - di lavori agricoli. E proprio in quel terreno è stata effettuata una intensa attività di movimento terra e spostamento di alberi, con l'ausilio di escavatori meccanici, in un periodo non lontano alla data di scomparsa del Brunetto. La vittima è stata riconosciuta grazie alle scarpe che indossava, riconosciute subito dai figli. 

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