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Straordinari, festivi e notturni non pagati: operatori sanitari sul piede di guerra

Il segretario generale della Fials: "C'è stato anche un pagamento a macchia di leopardo del lavoro prestato negli hub vaccinali, con lavoratori cui è stato saldato tutto e altri che attendono il pagamento delle ore prestate"

"Nessuna indennità agli operatori sanitari degli ospedali di Agrigento e Sciacca per straordinari, festivi e notturni svolti a dicembre". Lo denuncia la Fials di Agrigento che in una nota ai vertici dell’azienda sanitaria provinciale spiega come “l'omissione ha ulteriormente complicato la già grave difficoltà per i lavoratori di arrivare a fine mese, in un contesto che vede i prezzi dei beni alimentari e dei carburanti lievitare inarrestabilmente. Una omissione che evidenzia - spiegano - la scarsa considerazione che l'amministrazione ha dei propri dipendenti. Basti pensare che gli operatori sanitari di Agrigento sono gli unici nel panorama siciliano a non avere avuto retribuito alcun premio Covid né, tantomeno, la dovuta indennità di malattie infettive per gli anni 2020 e 2021”.

La Fials, per voce del segretario generale Amedeo Fuliano, rincara quindi la dose ricordando come “i dipendenti sono stati traditi sul mancato saldo incentivazione 2020 e questo nonostante l’Oiv abbia da tempo completato i propri adempimenti. C'è stato anche un pagamento a macchia di leopardo del lavoro straordinario prestato negli hub vaccinali, con lavoratori cui è stato saldato tutto e lavoratori che attendono il pagamento di una parte e di tutte le ore prestate. E ancora, la mancata definizione della procedura di mobilità interna del personale infermieristico, forse con lo scopo di giungere alle prossime elezioni regionali e, nel frattempo, a bocce ferme, adottare disposizioni di servizio meritevoli di essere portate a conoscenza dell’autorità giudiziaria”.

Secondo Fuliano quindi “tale modo di fare arreca grave nocumento ai lavoratori.  Comprendiamo benissimo che la politica gradisca e apprezzi la definizione delle procedure concorsuali dei direttori medici dei diversi reparti, ma chiediamo, semplicemente, che il 10 per cento dell’opera dell’azienda sia messo a servizio dei lavoratori”.

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