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Giovedì, 28 Marzo 2024
La tragedia

Neonato muore per una malattia del sangue non diagnosticata: i fratellini "chiedono" 200mila euro di risarcimento

La famiglia del piccolo avevano già vinto in primo grado un risarcimento da 410mila euro, ma adesso tentano con un nuovo ricorso di ottenere un ulteriore importo

Il loro piccino muore ad appena 10 giorni di vita e dopo un parto prematuro in seguito ad una malattia emolitica del sangue non diagnosticata: i fratellini minorenni, attraverso i genitori, chiedono un risarcimentod a 200.000 euro all'Azienda sanitaria.

I fatti risalgono al 2016, quando un enonato, partorito alla 32esima settimana in una struttura sanitaria dell'Agrigentino (come sempre, omissata dalla stessa Asp) morì a pochi gappunto per una specifica malattia del sangue che può svilupparsi quando il gruppo sanguigno della mamma e del neonato non sono compatibili. La famiglia ha poco tempo dopo, citato in giudizio l'Azienda sanitaria e i medici, chiedendo un risarcimento da 2 milioni di euro, nonostante per l'Azienda non vi fossero elementi di responsabilità per i sanitari coinvolti.

In particolare la citazione in giudizio era finalizzata ad "accertare e dichiarare la responsabilità da colpa medica, come conseguenza dell'operato negligente, imprudente e imperito dei sanitari consistito in una serie di omissoni e inadempienza caratterizzanti l'intero percorso gravidico e, ottenere la condanna al risarcimento".

La richiesta viene solo parzialmente accolta sul finire del 2022 dal giudice che riconosce ai due genitori un risarcimento da 205mila euro ciascuno. Troppo poco per il lutto che li ha colpiti, tuttavia. 

Così è stata adesso intentata una nuova causa per ottenere la condanna dell'Azienda sanitaria a risarcire 100 mila euro per ognuno dei due fratellini minori del piccolo deceduto. A presentare il ricorso, in qualità di detentore della patria potestà, è uno dei genitori.

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