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Giovedì, 25 Aprile 2024
Ex ospedale / Centro città / Via Papa Giovanni XXIII

Rinnovo delle esenzioni del ticket per medicine e prestazioni mediche: code e proteste

Utenti costretti a presentarsi negli uffici anche 3 volte in altrettante giornate nella speranza di ottenere il beneficio in tempi ragionevoli. Ma in pochi hanno il coraggio di alzare la voce

Qualcuno l’ha addirittura definita una “storia di ordinaria follia”. Code, lamentele, disagi e attese snervanti negli uffici dell’ex ospedale, in via Giovanni XXIII, per ottenere il rinnovo delle esenzioni del ticket per medicinali e prestazioni mediche. 

“Ho aspettato che passasse Pasqua, che passassero anche il 25 aprile e il primo maggio - racconta un cittadino - sperando che la maggior parte delle richieste venisse smaltita. E invece no. Per ben due volte mi sono presentato negli uffici ma ho desistito perché ho capito che sarebbe stato impossibile, per gli impiegati, riuscire ad accontentare tutti. Eravamo decisamente troppi. Anche perché è abitudine, ormai consolidata, prendere il biglietto del turno anche per conto di amici o parenti non presenti, aumentando a dismisura la lista d’attesa. In una specifica occasione sono riuscito ad iscrivermi nella terza lista (ognuna era composta da 100 persone) ed ero 86esimo. Mi sono fatto i conti guardando il contatore luminoso: alle 11 del mattino, dall’inizio della giornata, erano state servite 70 persone. Io, a conti fatti, ero al numero 286. Impossibile arrivarci”.

Tra l’altro il mercoledì mattina gli uffici sono chiusi ma molti non lo sanno e spesso si ritrovano numerosi, davanti la porta d’ingresso, ad attendere il nulla. “Un uomo, con una gamba ingessata e le stampelle, aveva urgentemente bisogno di morfina per sopportare il dolore ma - dice un utente che si è presentato negli uffici proprio di mercoledì - lo hanno mandato via perché quel giorno non si lavora. Ma era evidente che il bisogno era impellente. Nulla da fare sia per lui che per tutti gli altri in quel giorno sbagliato”.

“Ci sono almeno 250 persone in lista oggi - proseguono i racconti - ma poco dopo le 11 siamo arrivati al numero 65. Troppa gente accalcata e pochissime sedie. Per fortuna il Covid non è più pericoloso come prima, altrimenti sarebbe esploso il focolaio. Ho provato ad esprimere le mie rimostranze con un’impiegata messa lì, credo, a fare da cuscinetto tra gli impiegati e la folla. Mi ha risposto di non avere responsabilità per le evidenti criticità e mi ha invitato a lamentarmi con i dirigenti. Ma non dovrebbe essere l’impiegata a raccogliere le rimostranze degli utenti e a riferirle ai piani alti? Con i dirigenti dovrebbe avere un rapporto diretto o comunque più possibilità di comunicare rispetto ad un comune cittadino. Purtroppo le mie proteste, seppur composte, non offensive e condivise dai presenti, non hanno avuto alcun effetto. Anche perché la gente si lamentava a bassa voce ma alla fine subiva passivamente”.

Problemi anche per prenotare una visita in ospedale: “Si potrebbe fare via telefono per rendere tutto più facile ed immediato. Ma un messaggio registrato dice che il numero non è raggiungibile. Se succedesse una volta si potrebbe anche comprendere. Ma in realtà accade sempre. Provare per credere”.

E per smorzare i toni c’è chi ha ironizzato ricordando la celebre scena del film “Banana Joe”, immaginando l’arrivo di Bud Spencer a sostituire l’impiegato di turno e a distribuire documenti timbrati per tutti.

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