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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Rimborsopoli", ecco le motivazioni del rigetto della richiesta di sequestro

I giudici del Riesame: "Come correttamente osservato dalle difese, il regolamento non prevede affatto l'uso della delega, tanto meno in forma scritta, quale strumento per garantire la partecipazione sostitutiva dei lavori del consiglio comunale"

Non c'è stata alcuna truffa nel partecipare alle commissioni consiliari grazie alla delega. E questo perché la delega - in base al regolamento comunale - non serviva. I giudici del tribunale del Riesame di Agrigento hanno motivato così il rigetto della richiesta di sequestro, avanzata dalla Procura, nell'ambito di uno stralcio dell'inchiesta ormai ribattezzata "Rimborsopoli".

E' stato così, dunque, rigettato l’appello proposto dai Pm contro il decreto di sequestro preventivo emesso dal Gip del tribunale di Agrigento lo scorso 11 ottobre sul patrimonio di Alfonso Vassallo, Alfonso Mirotta e Francesco Picone. Mirotta è l'attuale capogruppo del Ncd all'aula Sollano. Vassallo e Picone sono ex consiglieri comunali. 

Già il Gip Alessandra Vella aveva rigettato il sequestro dei beni. Gli indagati sono stati difesi dagli avvocati Daniela Posante, Tanja Castronovo e Giuseppe Guagliardo.

Il collegio di giudici del Riesame ha anche fatto delle considerazioni: "Come correttamente osservato dalle difese, il regolamento non prevede affatto l'uso della delega, tanto meno in forma scritta, quale strumento per garantire la partecipazione sostitutiva dei lavori del consiglio comunale". Ne consegue, secondo i giudici, che si tratta di "un atto irrilevante, privo di efficacia".

La Procura, nei giorni scorsi, si è vista annullare un altro sequestro, relativo a un diverso aspetto dell'inchiesta. L'aspetto legato all'assunzione dello stesso Vassallo al vertice della segreteria provinciale di Confartigianato.

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