"Il metanodotto del rigassificatore è legittimo": il Tar condanna il Comune di Agrigento
L'amministrazione Firetto si era opposta al passaggio della tubazione che avrebbe dovuto congiungere il rigassificatore di Porto Empedocle alla rete nazionale: per i giudici amministrativi, però, era tutto regolarmente autorizzato
Come finirà con l'opera più contestata e temuta nella storia recente di Agrigento non è dato saperlo, ma è certo che il gasdotto che avrebbe dovuto collegare il rigassificatore di Porto Empedocle alla rete metaniera nazionale è legittimo.
A dirlo è il Tar, che nei giorni scorsi ha respinto un vecchio ricorso proposto dal Comune capoluogo, il quale aveva chiesto l’annullamento del decreto del direttore generale dell’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilita? del 3 settembre 2018, con cui e? stato disposto il rigetto del ricorso gerarchico promosso dallo stesso Comune per contestare appunto gli atti di approvazione del metanodotto.
L'Ente, in particolare, contestava il mancato rispetto di diversi vincoli e limiti costruttivi, sostenendo che l'opera avesse un "rilevante impatto su un territorio avente un considerevole patrimonio storico, artistico e culturale", e che la rete metaniera sarebbe dovuta passare anche attraverso un'area intensamente popolata.
Una linea che però il tribunale amministrativo ha sconfessato, ritenendo che il Comune avrebbe potuto, al massimo verificare la legittimità del provvedimento di adozione del progetto, stante che tutte le altre questioni erano attribuite ad altri enti, che hanno tutti dato pareri positivi da un punto di vista tecnico.
Ad esempio, rispetto alla contestazione del fatto che la rete gas avrebbe attraversato una zona di pregio paesaggistico e soggetta a vincolo archeologico, il tribunale amministrativo, nella sentenza, evidenzia come non possa "fare a meno di rilevare che il progetto ha ricevuto l’autorizzazione da parte della Soprintendenza".
Il Municipio è stato quindi condannato al pagamento delle spese legali in favore di Snam.