"Gettavano rifiuti di ogni tipo in due aree pubbliche", 11 imprenditori verso il processo
La Procura fa notificare l'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Un'area nei pressi dell'Asi e l'alveo del fiume di contrada Fondacazzo sarebbero stati sporcati con resti di pesce, frutta, ferro e masserizie varie
Resti di pesce, frutta, ferro, masserizie varie e tanto altro ancora: un'area pubblica della zona dell'area di sviluppo industriale e persino l'alveo del torrente, nei pressi di Fondacazzo, sarebbero stati devastati dai titolari di svariate attività che avrebbero avuto l'abitudine di smaltire i rifiuti prodotti in questo modo.
A immortalare le scene sarebbero state le telecamere nascoste: undici persone, fra imprenditori e rispettivi collaboratori, sono finiti sotto inchiesta per le accuse di abbandono e deposito non autorizzato di rifiuti e miscelazione non consentita di rifiuti.
Il pubblico ministero della Procura di Agrigento, Paola Vetro, nelle scorse settimane aveva fatto notificare a 14 indagati l'avviso a comparire per essere interrogati dalla polizia giudiziaria. In seguito all'atto istruttorio la lista è stata sfoltita a 11 e nei loro confronti è stato firmato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari.
Si tratta di: Tommaso Sciara, 38 anni, di Agrigento; Mario Calogero Sola, 53 anni, di Agrigento; Maurizio Infantino, 58 anni, di Caltanissetta; Benedetto Catania, 50 anni, di Porto Empedocle; Toni Mario Angelo Lo Pilato, 47 anni, di Agrigento; Benito Cacciatore, 33 anni, di Aragona; Calogero Orsolino, 24 anni, di Agrigento; Luciano Terrazzino, 35 anni, di Agrigento; Settimio Barrale, 57 anni, di Agrigento; Calogero Meli, 56 anni, di Agrigento e Salvatore Montana Lampo, 28 anni, di Agrigento.
Tutti gli episodi al centro della vicenda risalgono al periodo compreso fra il giugno e l'agosto del 2018. Gli indagati sarebbero stati sorpresi alla guida di furgoni e mezzi simili, mentre scaricavano cartoni, polistirolo, materiale ferroso, sacchi di rifiuti vari, pesce, frutta e tanto altro prodotto con la propria attività.
Gli indagati, adesso, avranno venti giorni di tempo per chiedere, attraverso i loro difensori (fra gli altri, gli avvocati Salvatore Pennica, Teresa Alba Raguccia, Michele Mosca e Daniele Re) di essere sentiti, produrre delle memorie o sollecitare altri atti di indagine.