Emergenza rifiuti, Confael: "La soluzione è la gestione in house"
"Considerando il 'sistema rifiuti” come un 'sistema unico', che si muove in ragione di precisi obiettivi, i licenziamenti in questo momento, hanno ragioni ben precise", lo afferma Manlio Cardella, segretario provinciale della Confael.
"Fa ancora scalpore la notizia che la città di Agrigento è la più cara del Paese a causa del costo della Tari e che l’avvio della procedura di licenziamento dei 23 operai ex Dedalo Ambiente e dei 14/30 esuberi di operatori ecologici in capo alla Rti, Iseda, Sea e Seap, sembra un rito già collaudato. Tali lavoratori ancora una volta sono tirati in ballo con sospetta tempistica, prima di una gara d’appalto o a ridosso di un trasferimento di competenze da Ato a Srr, quasi si avesse l’esigenza distrarre l’attenzione da altre problematiche".
"Il motivo reale di tanto clamore ad Agrigento, è che l'assessore all’Ambiente Fontana vuole allontanare da sé ogni responsabilità in capo alla discutibile gestione politica della questione rifiuti, avendo rigettato le proposte avanzate dalla Confael, della gestione in house da parte del Comune e non essendosi opposto alla proroga di un ulteriore anno dell’attuale costosissimo appalto, anche a causa dei gravi ritardi dell’Srr, di cui il comune è azionista di maggioranza".
"Tutto ciò solo per fare apparire come l’elevato numero di dipendenti, sia la causa principale del costo della Tari, che secondo i dati Istat rapportato a n.23.924 famiglie ammonterebbe ad un costo complessivo di ben oltre 11 milioni di Euro. Gestione in 'house' significa risparmio, equità, trasparenza, efficienza. Se vogliamo esagerare 'house' è etica amministrativa e politica. Le criticità del 'sistema rifiuti' saranno poste all’attenzione della segreteria regionale della Confael per un attento esame delle norme che regolamento il settore e proporre opportune modifiche".