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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Niente iscrizione alla white list, il Tar di Palermo accoglie il ricorso di un'impresa agrigentina

La prefettura aveva ritenuto l'esistenza di un pericolo di infiltrazioni mafiose all'interno dell'azienda

Un'azienda agrigentina aveva richiesto alla Prefettura di Agrigento l’iscrizione alla "white list" ( una pratica che consente esplicitamente ad alcune entità l'accesso a un particolare privilegio, servizio, mobilità, accesso o riconoscimento ndr) per poter conseguire affidamenti pubblici.

La Prefettura, secondo quanto ricostruito dal legale Rubino, ha negato l'iscrizione ed ha adottato una nota interdittiva antimafia, nei confronti dell’impresa. La prefettura, dunque, aveva ritenuto l'esistenza di un pericolo di infiltrazioni mafiose nell'impresa. Gli elementi elencati erano molteplici, come, second quanto ricostruito dal legale dell'impresa, frequentazioni ed assunzione di soggetti controindicati da parte del direttore dei lavori ed un presunto rapporto di locazione di un immobile di proprietà di un soggetto già destinatario di informativa interdittiva e coinvolto in diversi procedimenti giudiziari.

L'azienda agrigentina, però, ha promosso ricorso al Tar di Palermo ed è stata sostenuta dai legali Girolamo Rubino, Vincenzo Airò e Massimiliano Valenza. 

In particolare gli avvocati Rubino, Airò e Valenza hanno dedotto l’illegittimità della nota prefettizia per essere stata adottata senza alcun preventivo contraddittorio con l’Impresa e per l’infondatezza di tutti gli assunti posti a suo fondamento. Spiegando punto per punto. Ovvero, come il rapporto di locazione (immediatamente cessato) con il presunto soggetto controinteressato, in realtà, non poteva assumersi come elemento idoneo a denotare un possibile condizionamento dell’impresa da parte della consorteria mafiosa. La domanda cautelare, respinta dal Tar Palermo, è stata accolta dal Cga. 

In particolare, il Tar Palermo ha escluso che il solo rapporto locatizio tra l’impresa ed il soggetto controindicato potesse dimostrare una presunta permeabilità della società con la consorteria mafiosa ed allo stesso tempo l’irrilevanza degli ulteriori episodi di frequentazioni ed assunzioni controindicate a distanza di notevole lasso di tempo e senza considerare che lo stesso direttore dei lavori aveva immediatamente licenziato il soggetto controindicato.

Per effetto del pronunciamento ottenuto dagli avvocati Rubino, Airo’ e Valenza, la nota prefettizia è stata annullata e la Prefettura dovrà riesaminare la domanda di iscrizione alla White Liste dell’impresa tenendo conto di quanto pronuncato dal Palermo. Nel frattempo, in assenza di alcun provvedimento interdittivo, l’impresa potrà continuare le proprie attività anche con la pubblica amministrazione. 

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