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Cronaca

Iscritto al liceo fino a quando non è iniziata la scuola, botta e risposta fra 18enne e preside

Il giovane, proveniente dalla Costa d'Avorio e ospitato in uno Sprar, aveva chiesto l'iscrizione al "Leonardo" senza ricevere alcun diniego. L'istituto parla del solo rispetto delle norme in materia

Episodio di discriminazione o errata comprensione delle norme che regolano il diritto all’istruzione, con l’aggiunta di un pizzico di burocrazia miope?

Agrigento è divisa dopo l’arrivo nelle caselle di posta delle redazioni giornalistiche di una lettera firmata da un 19enne richiedente asilo (del quale quindi non possiamo fornire il nome trattandosi, appunto, di una categoria protetta) il quale ha raccontato di essersi presentato al primo giorno di scuola del Liceo Scientifico “Leonardo” di Agrigento per prendere parte alle lezioni dell’indirizzo linguistico, dopo regolare iscrizione, ma di aver ricevuto una brutta sorpresa.

Entrato in classe a iniziata la lezione, infatti, il giovane ha scoperto che il suo nome non risultava nell’elenco degli alunni. “Insieme al mio professore del centro  - scrive - mi reco subito in presidenza e mi viene spiegato che essendo io maggiorenne, non potevo frequentare la scuola statale normalmente  come gli italiani. Ma perché non l’hanno detto prima? Perché mi hanno iscritto? Perché non hanno chiamato il mio professore e gli hanno detto ‘mi scusi ci siamo sbagliati’? Mi hanno illuso, hanno fatto partire il mio sogno e poi lo hanno affondato. Io mi sono informato e ho saputo che la Prefettura sostiene che il diritto allo studio deve essere garantito agli immigrati come me, anche se ho 18 anni. Gli immigrati possono frequentare la scuola statale italiana, ma non per la preside del Liceo Leonardo di Agrigento. È la prima volta che mi succede questo. Sono stato rifiutato a liceo scientifico Leonardo di Agrigento.  Lo studio è tutto per me”.

Una ricostruzione falsa, secondo la dirigente scolastica Enza Ierna, la quale spiega che “in base alle norme attualmente vigenti, il diritto alla formazione scolastica si deve ritenere soddisfatto sino al compimento dei 18 anni di età. Superato tale limite di età è offerta solo la possibilità di frequentare corsi pomeridiani o serali per adulti, indipendentemente dal fatto che essi siano stranieri o italiani”. Il ragazzo di anni ne avrebbe già 18, e ne compirà 19 a dicembre. Il dirigente scolastico, nell’esprimere “generica ed incondizionata solidarietà” nei confronti del giovane ha però spiegato che il “polverone mediatico creato” è dettato dalla scarsa conoscenza delle norme”. In particolare, la frase che non avrebbe potuto frequentare la scuola “come gli italiani” sarebbe “del tutto falsa, semplicemente perché le norma che impedisce l’iscrizione oltre l’età di 18 anni è sempre stata applicata anche per i giovani italiani”. Si tratta, conclude, di una “norma che non è possibile non applicare”.

Per questo, conclude Ierna, eventuali accuse di discriminazione razziale a carico di questa istituzione scolastica non hanno alcun fondamento concreto non solo per quanto già precisato sul piano normativo, ma anche per quanto culturalmente e pedagogicamente cercato di sviluppare nell’ambiente della propria azione educativa e formativa”. Sedici sarebbero infatti i minori extracomunitari iscritti. Ma allora, perché non bloccare a monte il modulo di iscrizione del ragazzo? Perché lasciargli sognare un posto in una scuola che vuole ad ogni costo frequentare?

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