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Venerdì, 19 Aprile 2024
Tribunale / Ribera

"Accende lumi di cera e incendia per errore la sua casa di 8 stanze": 66enne a giudizio

Salvatore Italiano, tre anni e mezzo fa, uccise un ospite della comunità per disabili mentali in cui alloggiava. Ai carabinieri che gli chiedevano spiegazioni sul rogo dell'appartamento Iacp aveva spiegato: "Sento gli spiriti, ho un microchip sul collo e mi fanno degli attacchi laser"

"Sento gli spiriti... ho dei microchip sul collo con cui mi controllano a distanza e subisco attacchi laser". Salvatore Italiano, 66 anni, di Ribera, si era giustificato così con i carabinieri che gli chiedevano spiegazioni sulle modalità che avevano portato all'incendio che aveva reso inservibile un appartamento Iacp in viale Ciaccio Montalto.

L'anziano, che il 17 settembre del 2019 ha ucciso il 75enne Gaetano La Corte in una struttura per disabili mentali nella quale erano entrambi ricoverati, dopo l'assoluzione "per vizio totale di mente" nel processo per l'omicidio, finisce ancora a giudizio con l'accusa di incendio colposo.

Italiano, che ha nominato come difensore l'avvocato Calogero Lo Giudice, il 20 novembre del 2017, avrebbe acceso dei lumi di cera per illuminare l'appartamento in cui viveva. Le candele, dopo avere toccato forse della stoffa, provocarono l'incendio dell'intero immobile di otto stanze.

A dare l'allarme ai vigili del fuoco e poi ai carabinieri è stata una ragazza che ha notato le fiamme alte all'interno della casa dell'anziano che, nelle settimane successive, fu ricoverato nella struttura dove, di notte, commise l'omicidio strangolando un compaesano con cui pare avesse avuto dei banali litigi.

La vicina di casa è stata anche la prima testimone sentita al processo che si è aperto al tribunale di Sciacca. 

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