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Cronaca

Niente più didattica a distanza: si firmano le prime ordinanze di rientro a scuola

Al momento a decidere in questa direzione sono Favara, Canicattì, Licata e Palma di Montechiaro: una soluzione ineludibile dopo i passo indietro della Regione

Dopo l'effettivo passo indietro da parte della Regione sulla possibilità dei sindaci in zona "arancione" di attivare la dad, arrivano le prime conseguenze a "catena".

A revocare le proprie ordinanze sono, al momento, i sindaci di Palma di Montechiaro, Licata, Canicattì e Favara. 

"Si tratta di un atto dovuto, dopo la nuova ordinanza del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che nella tarda mattinata di oggi, ha disposto la cancellazione della didattica a distanza nelle zone arancioni - ha spiegato Castellino -. Riteniamo che la didattica a distanza peraltro suffragata dal parere dell'Asp, visti gli innumerevoli contagi, fosse necessaria, ma la linea presa dal Governo nazionale e poi oggi recepita dalla Regione Siciliana, non lascia margini discrezionali".

A Palma di Montechiaro gli studenti della scuola dell'obbligo domattina potranno sottoporsi ad un tampone rapido, prima del rientro a scuola. Hanno aderito all'iniziativa del sindaco alcuni laboratori di analisi e farmacie. Ogni studente ha diritto ovviamente ad uno solo tampone gratuito.

"Abbiamo ritenuto - dice il sindaco Castellino - che fosse necessario intervenire in aiuto delle famiglie, che si trovano a vivere una situazione davvero drammatica ed insieme a loro vogliamo tutelare, per quanto in nostro potere, la salute dei nostri giovani".

Il più duro è certamente il primo cittadino di Favara, Antonio Palumbo. "La Regione ha deciso che si deve tornare a scuola, che non esistono rischi di contagio. Se i nostri figli saranno positivi e si creerà un focolaio in classe, si vedrà. Dopo giorni di balbettamenti, di regole contraddittorie e silenzi opportuni, la Regione ha fatto un passo indietro, senza chiedere scusa, senza giustificare le decisioni, e lasciando ancora tutta la responsabilità sui sindaci che oggi tornano a dover decidere tra dover rischiare una denuncia e dare concretezza alle preoccupazioni dei cittadini. Paure non irrazionali - ha continuato Palumbo - ma fondate sui numeri che le stesse autorità sanitarie trasmettono, e che oggi allargano le braccia perché la questione della riapertura delle scuole è diventata politica e però contemporaneamente non danno risposte alle richieste di avvio di campagne di screening che potrebbero o far emergere la drammaticità dei numeri reali di diffusione del virus".

In tal senso il sindaco ha annunciato che non verranno più comunicati i dati Covid quotidiani, che, dice, "a questo punto sono buoni solo per questioni statistiche ma non hanno alcuna utilità se in forza di essi non si possono disporre provvedimenti contenitivi efficaci".

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