Nave da sbarco sommersa nel Canale di Sicilia, concluse le operazioni di monitoraggio
Il team di studi è composto dal centro subacqueo Blue Dolphins di Lampedusa, guidato da Alessandro Turri, e dal centro subacqueo Ecosfera di Messina, guidato da Domenico Majolino
Si sono concluse le operazioni di monitoraggio del relitto della nave da sbarco della Seconda guerra mondiale nel Canale di Sicilia, nei fondali tra la costa della Libia e Lampedusa. Si tratta dell'imbarcazione denominata HMS LST-429, la cui presenza era già nota alla Soprintendenza del Mare, a seguito di segnalazione di Pietro Faggioli e do Andrea Ghisotti, fin dal 2007. Il team di studi è composto dal centro subacqueo Blue Dolphins di Lampedusa, guidato da Alessandro Turri, e dal centro subacqueo Ecosfera di Messina, guidato da Domenico Majolino.
"Nel corso dei sopralluoghi - si legge in una nota della Soprindentenza del Mare - è stato realizzato del materiale video-fotografico utile per la concreta identificazione del relitto e per la valutazione delle condizioni dello stesso. Tutto il materiale è stato consegnato alla Soprintendenza nell’ambito di una attenta e proficua collaborazione per la preservazione e divulgazione dei beni storici-culturali presenti nelle acque che furono teatro dei violenti scontri durante la seconda guerra mondiale".
La nave da sbarco LST-429, classe mk2, nasce per la Marina Americana presso i cantieri Bethlehem-Fairfield Shipyard Inc. di Baltimora nel 1942. Fu varata l’11 gennaio 1943 e non entrò mai in servizio per gli Stati Uniti in quanto subito trasferita alla Royal Navy Britannica. Il 3 Luglio 1943 affondò nelle acque internazionali del Canale di Sicilia, a causa di un incendio di causa imprecisata.
Il relitto giace su un fondale di circa 38 metri, avvolto da reti da pesca, e spezzato in due tronconi. Il troncone di poppa si trova in assetto di navigazione; le due eliche e i due timoni, caratteristici dei mezzi da sbarco, si sono mantenute integre così come la torretta. Alle spalle del ponte di comando sono ben visibili le due difese, ricoperte da fitte concrezioni biologiche. Il troncone prodiero giace parallelo a quello di poppa, capovolto, con la prua rivolta verso le eliche. All’interno sono identificabili i mezzi gommati parte del carico.
Alla spedizione hanno partecipato: Alessandro Turri, Domenico Majolino, Monica Tentori, Mauro Bombaci, Antonio De Carlo, Marco Ruello, Francesco Donato, MariaGiovanna Piro, Stefano Saleri, Giorgia Pelegalli.