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La strage / Ravanusa

L'inferno di via Trilussa, i pompieri Usar: "Chi è sotto le macerie diviene nostra madre, moglie, padre, figlio. Il vostro dolore è diventato anche il nostro"

Il racconto: "Nelle prime ore, il ritrovamento delle due donne vive ci ha donato ottimismo e la forza necessaria per proseguire senza respiro il nostro lavoro. La prima vecchietta soccorsa ci ha esortati a non farci male per salvarla: 'Attenti, nun vi fati mali' ... come puoi sentire stanchezza e fatica? Con questa grinta abbiamo iniziato la nostra corsa contro il tempo, grande nemico in queste situazioni, circondati dal silenzio necessario per cogliere qualsiasi lamento, gemito, parola"

"Scavare anche con le mani, raccogliere informazioni, anche dettagli, osservare ogni più piccolo segnale dei cani, demolire solai, tagliare pilastri... e alla fine restituire ai familiari solo dei corpi senza vita è sicuramente la parte più dura del nostro mestiere. Le ore passate nella ricerca degli ultimi due corpi sono state interminabili. Chi è sotto quelle macerie diviene inevitabilmente nostra madre, moglie, padre, figlio, amico fraterno. Ma quando, dopo tante ore di ricerca, si fa spazio la consapevolezza della morte, l’unico appiglio per continuare a lavorare senza sosta è quello di regalare la dignità dell’ultimo saluto a chi si è ritrovato coinvolto nella disgrazia. Non potete immaginare cosa significa essere ringraziati per aver semplicemente restituito un corpo, mentre tu volevi con tutte le forze restituire una persona, la sua energia, il suo sorriso". Il team Usar dei vigili del fuoco, dopo aver estratto i corpi delle 9 vittime (10 con Samuele che è rimasto nel grembo della mamma ndr.) dalle macerie di via Trilussa a Ravanusa, è rientrato a casa. Ogni pompiere è tornato ai propri affetti. Salvo Cantale, direttore vice dirigente Usar medium Sicilia, e Maurizio Lo Giudice, capo squadra Usar medium Sicilia, raccogliendo le sensazioni e le emozioni forti e contrastanti di tutti i vigili del fuoco impegnati nei soccorsi e nelle ricerche, con queste parole hanno confessato: "Ravanusa rimarrà nei nostri cuori. Il vostro dolore, divenuto anche nostro, sarà l'incessante stimolo a perfezionare ancor di più il nostro operato".

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"Non appena giunti sul posto lo scenario è apparso apocalittico, da film di guerra: nel buio, illuminato soltanto da grandi fiamme simili a gigantesche candele infernali, edifici polverizzati, altri fortemente danneggiati, confusione ed incredulità tra i presenti, convinti che non ci potessero essere sopravvissuti - hanno scritto Cantale e Lo Giudice, a nome dei pompieri del team Usar, - . Compito di noi vigili del fuoco, però, e soprattutto di noi Usar, è quello di trovare uno spiraglio di luce anche nel buio totale delle macerie. Nelle prime ore di ricerca il ritrovamento delle due donne vive ci ha donato ottimismo e la forza necessaria per proseguire senza respiro il nostro lavoro. La prima vecchietta, ancora sotto le macerie, che ci esorta a non farci male per salvarla ("Attenti, nun vi fati mali")... come puoi sentire stanchezza e fatica? Con questa grinta abbiamo iniziato la nostra corsa contro il tempo, grande nemico in queste situazioni, circondati dal silenzio necessario per cogliere qualsiasi lamento, gemito, parola di chi ancora si trovava sotto. E così nello stesso rispettoso silenzio della ricerca si è consumato il dolore dei familiari dopo il rinvenimento, alle prime luci del mattino, delle prime vittime".

L'inferno di via Trilussa: recuperate le salme di padre e figlio, abbracci e pacche sulle spalle fra i pompieri

"Il nostro lavoro ci ha tante volte portato a doverci confrontare con le tragedie della vita, ma ogni volta resto sorpreso da come le persone possano dimostrarsi così forti di fronte al dolore della perdita. Coloro che consolavano chi piangeva i propri cari, erano anche vicini a noi, pronti a fornirci tutto ciò di cui avevamo bisogno, cibo e bibite calde, ma anche parole di sostegno - hanno aggiunto i due pompieri del team Usar - .  Alla fine, quando le ricerche finiscono, ecco le sentite parole di apprezzamento del comandante dei carabinieri: "In questi giorni ho ammirato dei servitori dello Stato lavorare senza sosta, in silenzio" e  i toccanti ringraziamenti del sindaco: "Resterete per sempre nei cuori di questa comunità". Le pacche sulle spalle, l'abbraccio tra colleghi... poi resti da solo, confortato dalla consapevolezza di aver dato il meglio, conservando però dentro di te il dolore di chi hai aiutato".

"Il gruppo vestito in giallo si muove come se fosse un unico organismo" - ha detto, in via Trilussa, uno dei soccorritori presenti. Una constatazione che per il team Usar è stato di gran significato, sintesi iconica del lavoro fatto tutti insieme da anni.

La strage di Ravanusa, in via Trilussa si torna a scavare: si cerca l'esatto punto di deflagrazione

"Ringraziamo i cinofili, i Sapr (droni) e i Tas (georeferenziazione) ed un grazie speciale al personale operante con i mezzi movimento terra, tutti hanno operato con noi - hanno concluso i due pompieri - con una intesa assolutamente perfetta, come se avessimo sempre lavorato insieme".

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