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Cronaca Ravanusa

"Insulti a carabinieri che controllavano marito in libertà vigilata", assolta 59enne

In primo grado Anna Maria Concetta Messana era stata prosciolta pure dalle accuse di avere minacciato di morte i militari

Assoluzione perchè il fatto non sussiste: la seconda sezione della Corte di appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras, ribalta il verdetto di primo grado, emesso il 6 febbraio di due anni fa dal giudice monocratico di Agrigento, Manfredi Coffari, che aveva condannato a 2 mesi e 20 giorni di reclusione Anna Maria Concetta Messana, 59 anni, di Ravanusa.

“Voi sbirri bast… non dovete controllare mio marito, ma dove sta scritto che potete venire a qualsiasi ora? Siete tutti pezzi di m.. e figli di p.. compreso il comandante”. Queste le frasi pronunciate dalla donna, già condannata per stalking e sotto processo per lo stesso reato, che avevano fatto scattare l'accusa di oltraggio a pubblico ufficiale.

La denuncia nei suoi confronti era scattata il 9 maggio del 2017: la donna, mentre il marito, Carmelo Scarabeo, 61 anni, stava firmando in caserma il verbale delle persone sottoposte alla libertà vigilata, avrebbe iniziato a insultare i militari. Decisa, già in primo grado, invece, l’assoluzione per l’accusa di minaccia che scaturiva dalle frasi (“vi ucciderò, dovete ammalarvi voi e le vostre famiglie”) che avrebbe pronunciato all’indirizzo degli stessi carabinieri.

Assoluzione anche per il marito dall’accusa di avere usato un’auto sotto sequestro. I giudici di appello, ai quali si è rivolto il difensore, l'avvocato Davide Casà, hanno cancellato la residua imputazione di oltraggio a pubblico ufficiale a carico della sola donna. 

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