L'inferno di via Trilussa e il progetto di delocalizzazione delle case, D'Angelo: "Serve fare in fretta per non perdere il finanziamento"
Dall'11 marzo, da quando è pronto il piano dei lavori, è tutto fermo perché ci sono sette o otto famiglie che continuano ad insistere per poter rientrare nella loro abitazione che, di fatto, non ha avuto danni strutturali. Il sindaco: "L'amministrazione sta cercando la massima condivisione fra gli sfollati"
Il progetto di delocalizzazione delle 50 case distrutte o danneggiate dall'esplosione di via Trilussa è pronto e cantierabile. E' tutto fermo però a Ravanusa perché ci sono sette o otto famiglie che continuano ad insistere per poter rientrare nella loro abitazione che, di fatto, non ha avuto danni strutturali. I tecnici del Comune potrebbero "salvare" quelle case soltanto qualora venissero presentati i certificati di regolarità statica, agibilità e abitabilità. Incartamenti che i proprietari delle case non danneggiate non riescono ad avere perché quegli immobili si trovano in zona R4, ad alto rischio idrogeologico già dal 1908.
Le immagini dell'esplosione di Ravanusa: al via scavi, campionamenti di terra e analisi visive per fare luce sulla strage
"Il progetto definitivo è pronto, ma è fermo perché ci vuole essere, da parte dell'amministrazione, la massima condivisione con le persone che hanno perso la casa nel tragico giorno dell'11 dicembre - ha confermato il sindaco di Ravanusa, Carmelo D'Angelo - . Condivisione anche per quanti hanno avuto danni minori, ma non possono rientrare perché non si possono fare interventi strutturali in immobili che si trovano in zona ad alto rischio idrogeologico. C'è un confronto iniziato anche con i tecnici incaricati da queste persone. I tecnici del Comune incontreranno, nei prossimi giorni, quelli della Regione siciliana e speriamo di arrivare ad un nuovo incontro con il governatore Musumeci, che ha già dato disponibilità di fondi, per giungere ad una soluzione definitiva e ottenere il finanziamento, iniziare le opere e ridare la casa a chi l'ha persa".
La strage di via Trilussa, dissequestrata l’area del disastro
Le case da ricostruire sono 50 e gli sfollati, dopo la tragedia di via Trilussa che uccise 9 persone (10 con il piccolo Samuele che è rimasto nel grembo della mamma), sono 130. Tutti sono stati sistemati in case in affitto per le quali il Comune pagherà 72 mila euro l'anno. "Per quest'anno e forse il successivo, l'assessorato regionale alle Infrastrutture sta coprendo 61 mila euro - spiega il sindaco D'Angelo - . Ci vengono dati 308 euro mensili per ogni canone di locazione di 350 euro. Se non ci affrettiamo per realizzare le case, avremo mai i soldi per mantenere tutte queste famiglie per anni ed anni? Sarà un dramma!".
L'inferno di via Trilussa, la Procura: "Esplosione prodotta da una 'camera' di metano innescata da una casuale scintilla"
Il progetto del Comune prevede la delocalizzazione degli immobili fuori dalla zona R4, ma all'interno del tessuto urbano per dare la possibilità ai cittadini di rimanere nelle vicinanze della zona colpita dall'esplosione. Nel triangolo di via Trilussa verrà realizzato invece un luogo della memoria. "Pensiamo ad un'area verde che ricordi però quello che è accaduto in quella tragica data. Occorre però accelerare soprattutto per le case da ricostruire perché se non si arriva ad un decreto di finanziamento - conclude il sindaco Carmelo D'Angelo - non avremo nessuna certezza".