rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Microcriminalità / Licata

Armato di coltellaccio e collo di bottiglia rotta rapinava i passanti, in carcere l'incubo dei migranti: tutti i dettagli dell'inchiesta

Il diciottenne si è anche accanito, contro chi perdeva tempo o tentava di opporsi alla consegna del denaro, colpendo le vittime con calci e pugni, ma anche con le armi che aveva in mano. Una decina gli episodi delittuosi ricostruiti, ed addebitati, nel giro di pochissimo tempo

Era diventatto l'incubo di bangladini e marocchini. Una sera sì e l'altra pure, fra corso Umberto e rettifilo Garibaldi a Licata, armato di un coltellaccio o del collo di una bottiglia mandata in frantumi, minacciava, percuoteva e si faceva consegnare tutti i soldi che avevano i migranti - bangladini soprattutto - che incontrava lungo la sua strada. Inevitabile e fortissimo l'allarme sociale che, di fatto, a Licata, ha iniziato a serpeggiare proprio fra gli extracomunitari residenti o di passaggio. I carabinieri della compagnia di Licata non hanno perso un solo secondo e hanno iniziato a raccogliere testimonianze, a visionare e ad acquisire filmati di videosorveglianza. Un "lavoraccio" per niente semplice riuscire ad identificare il pericoloso ladro. Pericoloso perché non ha disdegnato, specie se qualcuna delle vittime tentava di opporsi o se perdeva tempo a consegnare il denaro che aveva nelle tasche, a colpirle con calci e pugni o anche utilizzando il coltello che portava appresso o, ancora, il collo della bottiglia rotta. L'attività investigativa dei militari dell'Arma della compagnia di Licata è però arrivata a mettere dei punti fermi e il pm ha chiesto ed ottenuto dal gip un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. 

Ordinanza che è stata eseguita proprio dai carabinieri nelle scorse ore. A finire in cella è stato così un marocchino diciottenne. Il giovane è stato accusato di rapina aggravata, estorsione e lesioni personali. 

Numerose le rapine messe a segno. Le indagini dei carabinieri della compagnia - che è coordinata dal capitano Augusto Petrocchi - hanno permesso di ricostruirne, identificando il presunto autore appunto, almeno una decina. Il diciottenne non aveva vittime predestinate, ma colpiva tutti, o quasi tutti, i bangladini e i marocchini che incontrava lungo la sua strada. E riusciva, appunto, minacciandoli e aggredendoli, a farsi consegnare i soldi. I carabinieri sono però riusciti, non mollando per un solo attimo l'inchiesta, non soltanto a spezzare la catena di crimini, ma anche a riportare la serenità fra gli extracomunitari che vivono o lavorano a Licata. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Armato di coltellaccio e collo di bottiglia rotta rapinava i passanti, in carcere l'incubo dei migranti: tutti i dettagli dell'inchiesta

AgrigentoNotizie è in caricamento