Ingegnere rapina prostituta con un coltello e scappa, carabiniere in aula: "Riconosciuto da un tatuaggio"
Il professionista 44enne si sarebbe impossessato con la violenza di un borsello con circa 1.000 euro conservato in un armadio. Il racconto del sottufficiale che raccolse la denuncia
"La vittima lo ha riconosciuto dal tatuaggio e ce lo ha indicato con certezza dopo che lo abbiamo identificato attraverso il numero di cellulare memorizzato fra le chiamate in arrivo della donna".
Il maresciallo dei carabinieri Nicola Moretto ha ricostruito così, in aula, davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, le prime battute dell'indagine che hanno fatto finire a processo Massimiliano Piraneo, ingegnere di 44 anni, accusato di avere avere rapinato una prostituta con un coltello.
La dominicana di 27 anni aveva confermato, in occasione dell'incidente probatorio, le accuse che avevano fatto finire il professionista agli arresti domiciliari. Piraneo - secondo quanto ha denunciato la donna - dopo avere fissato al telefono un appuntamento con lei per una prestazione sessuale a pagamento, si sarebbe presentato nella sua abitazione e, prima di andare via, avrebbe afferrato un coltellino che teneva in un borsello e l'avrebbe strattonata a un braccio per costringerla a dargli i soldi che aveva in casa.
Il professionista sarebbe poi fuggito, secondo il racconto della donna, dopo avere afferrato una borsa con circa 1.000 euro, conservata in un armadio nei pressi della sua abitazione di via Callicratide. Il carabiniere, rispondendo al pm Maria Barbara Grazia Cifalinò e al difensore dell'imputato, l'avvocato Salvatore Pennica, ha raccontato che, dopo la telefonata della donna al 112, fu rintracciato Piraneo dal registro delle chiamate in arrivo del telefono della donna e, una volta portato in caserma, fu riconosciuto dalla prostituta anche perchè aveva un tatuaggio a un braccio.
