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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Anziane pestate e rapinate in casa, poliziotto in aula: "Vittima tacque per paura"

Una delle due donne, dopo avere visionato degli album fotografici, negò di avere riconosciuto qualcuno ma dopo alcune settimane tornò in Questura. Il ruolo di un confidente: "Ci disse di averlo visto nei pressi di quella abitazione". La difesa: "Abita a poca distanza, era vicino casa sua"

"Dopo l'intervento nell'abitazione delle due donne, le abbiamo invitate a visionare alcuni album fotografici di possibili sospetti. Si vedevano solo gli occhi, proprio come i due rapinatori che avevano agito con il volto coperto.

Non fu riconosciuto nessuno ma dopo alcune settimane, una delle due donne tornò e ci disse che fin dall'inizio aveva riconosciuto Egidio Centinaro ma non aveva parlato per paura".

Un ispettore della squadra mobile racconta così, in aula, le indagini che hanno fatto finire a processo l'imprenditore quarantenne accusato insieme al trentacinquenne Giuseppe Contrino di avere messo a segno una rapina violenta nell’appartamento di due donne anziane. 

Mentre una delle due sorelle era in giro l’altra - sostiene l’accusa - sarebbe stata legata in casa. Poi, al rientro, i due imputati con il volto travisato l’avrebbero picchiata con violenza per rubare i soldi e i gioielli all’interno dell’abitazione. Una delle vittime sostiene di avere riconosciuto Centinaro perché lo conosceva da tempo.

Ma, come ha detto il poliziotto rispondendo al pm Paola Vetro, "ce lo disse in un secondo momento". La rapina cruenta al centro dell’inchiesta si sarebbe consumata il 5 dicembre del 2013 in una villa di via Mazzini, nei pressi della strada che dalla zona del Quadrivio Spinasanta conduce al tribunale di Agrigento.

I due rapinatori, probabilmente conoscendo le abitudini delle due sorelle nubili che vivevano insieme all’anziana madre, sono entrati quando una delle due era sola in casa e l’hanno immobilizzata.

Al rientro dell’altra donna è stata anche lei bloccata e picchiata con violenza. Le donne, entrambe anziane (parte civile con l’assistenza dell’avvocato Daniela Ciancimino), sarebbero state selvaggiamente picchiate e costrette a indicare il posto dove erano conservati i soldi e i gioielli. I banditi, poi, sono fuggiti.

Il poliziotto ha poi riferito che un confidente raccontò di avere visto Centinaro, indicandolo come "il figlio di quello che ha fatto il terreno di gioco dell'Esseneto", nei pressi dell'abitazione della vittima. "Ci disse - ha aggiunto l'agente - che era stato denunciato per stalking dalla moglie ed era un pò disturbato".

Il difensore di Centinaro, l'avvocato Giuseppe Scozzari (l'altro imputato è assistito dalla collega Ninni Giardina), ha replicato che "l'imputato è stato visto a pochi metri da casa sua e non è stato mai denunciato". Il processo, in corso davanti ai giudici della prima sezione penale, presieduta da Alfonso Malato, prosegue il 16 settembre. 

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