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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Raffadali

Rapina in banca con maxi bottino, 43enne torna ai domiciliari

Il giudice, che nelle scorse settimane gli aveva aggravato la misura disponendo il carcere, gli applica gli arresti in casa con il braccialetto elettronico

"Le esigenze cautelari possono adeguatamente essere garantite mediante la misura cautelare degli arresti domiciliari, con applicazione di braccialetto elettronico". Il gup Alessandra Vella ha accolto la richiesta del difensore dell'imputato - l'avvocato Giuseppe Barba - e ha attenuato la misura cautelare nei confronti di Raffaele Salvatore Fragapane, 43 anni, arrestato e finito sotto processo per la maxi rapina, con bottino dai 50 ai 60mila euro, commessa ai danni della Banca popolare Sant'Angelo di Raffadali lo scorso 10 febbraio.

Fragapane è stato arrestato poche ore dopo insieme ai palermitani Umberto D'Arpa, 53 anni e Martino Merino, 26 anni. I difensori - gli altri due imputati sono assititi dall'avvocato Ninni Giardina - subito dopo la decisione del gip Francesco Provenzano di disporre il giudizio immediato, hanno scelto la strategia processuale del rito abbreviato.

Il 3 febbraio è in programma la requisitoria del pubblico ministero Chiara Bisso (che aveva dato parere favorevole alla sostituzione del carcere con i domiciliari per Fragapane) e le arringhe difensive.

Fragapane, libero nonostante una condanna a 10 anni e 8 mesi rimediata nell'ambito dell'operazione antimafia "Montagna", avrebbe fatto da basista al colpo. I due palermitani, reo confessi della rapina di cui sarebbero gli esecutori materiali, ai danni dei dipendenti della filiale oltre che di un cliente che aveva 1.000 euro in tasca e che è stato costretto a consegnarli, hanno raccontato di essere venuti in treno ad Agrigento per vendere un orologio ma di non averlo fatto perché l'acquirente non si era presentato all'appuntamento.

A quel punto, anziché rientrare a Palermo, secondo il loro racconto, bocciato come "inverosimile" dal gip Stefano Zammuto dopo l'arresto, avrebbero chiamato Fragapane, che avevano conosciuto in passato per avere partecipato insieme ad alcune fiere, che li avrebbe prelevati in auto e avrebbero iniziato a girovagare per Raffadali fino alla decisione estemporanea di rapinare la banca. Fragapane, in sostanza, secondo la loro versione, solo dopo avrebbe saputo del colpo e li avrebbe aiutati ad allontanarsi portandoli nel suo benzinaio di Sant'Angelo dove sono stati sorpresi e arrestati.

Il quarantenne, cugino del boss Francesco Fragapane, aveva di fatto confermato la stessa versione ma, in un secondo momento, ha chiesto di essere interrogato dal pm Chiara Bisso al quale, "salvo qualche reticenza", secondo quanto evidenzia il gip, ha ammesso i fatti ottenendo anche il suo parere favorevole alla scarcerazione. 

Nelle scorse settimane, però, in seguito alla segnalazione di alcune violazioni, il giudice lo aveva rimandato in carcere. Adesso la decisione di ridurre la misura.

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