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Cronaca Raffadali

L'inchiesta sull'omicidio del pensionato regge al riesame: confermato altro arresto

I giudici respingono la richiesta di scarcerazione del presunto killer Angelo D'Antona: a commissionare il delitto di Pasquale Mangione sarebbe stato il figlio

Arresto confermato: l'inchiesta sull'omicidio del pensionato di Raffadali, Pasquale Mangione, 69 anni, ucciso - secondo l'accusa - su incarico dello stesso figlio perchè andava in giro in paese a molestare donne impegnate, regge al vaglio del riesame.

I giudici del tribunale della libertà, ai quali si è rivolto il difensore, l'avvocato Teresa Alba Raguccia, hanno confermato il provvedimento del gip Luisa Turco nei confronti del trentacinquenne Angelo D'Antona, arrestato in Germania il 12 settembre scorso con l'accusa di essere l'esecutore materiale dell'omicidio. I giudici, nelle scorse settimane, avevano confermato il provvedimento pure per l'altro presunto killer: Roberto Lampasona, 43 anni, di Santa Elisabetta.

Pasquale Mangione sarebbe stato ucciso su incarico del figlio che non tollerava l'atteggiamento molesto nei confronti di alcune donne del paese. A raccontare retroscena e modalità dell'agguato è stato il quarantenne Antonino Mangione (ononimo ma non parente della vittima) che, a suo dire, avrebbe ricevuto l'incarico dal figlio, ovvero l'imprenditore Francesco Mangione. Antonino Mangione si sarebbe rivolto all'amico Lampasona per organizzare il delitto.

Quest'ultimo avrebbe prima chiesto il permesso al boss Francesco Fragapane (indagato come il figlio della vittima), poi - dopo averlo ottenuto - avrebbe materialmente realizzato l'agguato in contrada Moccadamo, nei pressi di Raffadali, il 2 dicembre del 2011, insieme a D’Antona. 
 

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