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Il processo / Raffadali

Calci, schiaffi e colpi di sedia al volto di moglie e figli, 31enne a processo: in aula i poliziotti che indagarono

Un 32enne è accusato di avere sequestrato e brutalmente picchiato la donna e i tre bambini della famiglia: il racconto degli agenti che raccolsero le denunce

Calci, schiaffi, pugni e violenze di ogni tipo all'indirizzo della moglie e dei tre figli. Un clima di indicibili vessazioni familiari e violenze di cui ne avrebbero fatto le spese, fra il giugno del 2019 e il febbraio successivo, anche i tre bambini della famiglia.

A raccontare i retroscena delle indagini, in aula, davanti al collegio di giudici della seconda sezione penale, presieduta da Wilma Angela Mazzara, sono stati alcuni poliziotti che hanno preso parte alle indagini fra Raffadali e Busto Arstizio ovvero le due città dove si snoda la vicenda. 

Il raffadalese di 32 anni, nei mesi scorsi, è stato rinviato a giudizio per maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e sequestro di persona. Il gip Luisa Turco, dopo le prime denunce, come chiesto dal pubblico ministero Gloria Andreoli, aveva disposto il divieto di avvicinamento all'uomo che doveva tenersi distante almeno 500 metri dalla convivente e non comunicare con lei con nessun mezzo.

L'indagine scaturisce dalle denunce dei parenti della ventottenne sudamericana che, dopo avere appreso delle violenza subite dalla donna e dai due figli minori, denunciarono i fatti al commissariato di Busto Arsizio, dove vivevano. I poliziotti contattano i colleghi della squadra mobile di Agrigento e l'indagine trovò conferme dalle dichiarazioni della donna. Un ispettore ha riferito di avere interrogato le insegnanti della piccola (convocate per la prossima udienza del 13 dicembre) mentre un poliziotto della Scientifica di Busto Arstizio ha rivelato di avere acquisito dei video presenti sui cellulari delle zie di una delle minori. 

L'uomo avrebbe picchiato sia la donna che la figlia minorenne alla quale, in una circostanza, avrebbe rotto un dente. Una delle accuse contestate è quella di avere colpito la bambina con una sedia. L'accusa di sequestro di persona è riferita al fatto che, in alcune circostanze, le avrebbe chiuse a chiave impedendo loro di uscire.

In occasione dell'incidente probatorio l'ex compagna - rispondendo alle domande del gip, del pm, del difensore dell'imputato, l'avvocato Salvatore Cusumano, e del suo stesso legale Annalisa Lentini - ha in parte ridimensionato le accuse pur confermando il contesto di violenze subite. 

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