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Cronaca Raffadali

L'inchiesta sul caseificio degli orrori approda al riesame, la difesa: "Scarcerate il titolare"

Antonino Vecchio, 59 anni, preparava i prodotti destinati alla vendita fra i topi morti e il veleno: contestata anche la cessione di cocaina

I carabinieri indagavano per spaccio di cocaina e si sono trovati davanti un "caseificio dell'orrore": il titolare, il 59enne Antonino Vecchio, preparava i formaggi fra i topi morti e le esche velenose utilizzate per ucciderli. Il suo collaboratore, un pastore rumeno, era schiavizzato per 13 ore al giorno per pochi euro e costretto a vivere in un tugurio con i fili volanti e i topi dentro il frigo.

La difesa, undici giorni dopo l'arresto in flagranza, chiede la scarcerazione. Domani mattina, al tribunale del riesame, l'avvocato Salvatore Pennica discuterà il ricorso con cui sollecita l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Luisa Turco su richiesta del procuratore Luigi Patronaggio e del pm Gloria Andreoli.

Vecchio è indagato per sei ipotesi di reato: adulterazione di sostanze destinate all'alimentazione, frode nell'esercizio del commercio, sfruttamento del lavoro, macellazione illegale, cessione di cocaina e guida senza aver mai conseguito la patente. I militari lo avevano messo sotto inchiesta perchè avevano elementi in base ai quali ritenere che spacciasse cocaina: l'attività di intercettazioni, in seguito, ha consentito di scoprire molte altre ipotesi di reato di tenore del tutto diverse. 

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