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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Licata

La casa degli orrori di Licata, i terribili racconti delle vittime: "Danno bastonate a quelli senza famiglia..."

I manoscritti e i disegni che hanno consentito agli inquirenti di far luce sulle violenze all'interno della casa per minori disabili gestita dalla coop "Suami": «Facevano mangiare la cacca...». Il racconto di una delle vittime registrato da una insegnante

La maestra aveva capito che in quello che stava per raccontarle la giovanissima alunna ci sarebbero stati elementi utili a far luce su quella che si è poi rivelata una vera e propria "casa degli orrori". Così, spinta dalla volontà di sottrarre quei ragazzi disabili alle presunte violenze subite, ha azionato il registratore del suo smartphone e ha messo tutto nero su bianco.  

"Ci tolgono le chiamate e ci chiudono nella stanza. E poi…" diceva la ragazzina alla professoressa. "E poi, cos'altro?" chiedeva l'insegnante. "E poi danno bastonate a quelli che non hanno le famiglie. E uno lo tengono legato". 

Parole durissime che, insieme a quelle scritte da una delle vittime durante un compito in classe, hanno permesso ai carabinieri della compagnia di Licata di avviare le indagini. Ieri il blitz con il sequestro della struttura (gli ospiti sono stati trasferiti in altri centri di Licata, "Il libero gabbiano" e "L'arcobaleno"), l'arresto di Caterina Federico (nella foto in basso a destra), 32enne licatese, responsabile del centro, e la notifica delle altre misure cautelari agli altri 7 indagati. 

GLI INDAGATI. Salvatore Lupo, 39 anni, presidente del consiglio comunale di Favara e amministratore unico della cooperativa "Suami", proprietaria del centro di Licata (sottoposto all'interdizione dalle funzioni di amministratore della coop); Angelo Federico, 29 anni, fratello di Caterina e impiegato con la qualifica di caterina federico 1-2"ausiliario sanitario portantino" (divieto di dimora in provincia di Agrigento); Domenico Savio Federico, 24 anni, anche lui fratello della responsabile del centro, assistente socio sanitario all'interno della struttura (divieto di dimora in provincia di Agrigento); Giovanni Cammilleri, 25 anni, infermiere (divieto di dimora in provincia di Agrigento); Salvatore Gibaldi, 38 anni, operatore socio assistenziale, dimessosi nel febbraio del 2015 (indagato a piede libero); Angela Ferranti, 48 anni, "ausiliario sanitario portantino" (indagata a piede libero); e Maria Cappello, 45 anni, operatore socio assistenziale (indagata a piede libero)

L'ORRIBILE RACCONTO. Con un altro terribile manoscritto, consegnato dalle vittime alle insegnanti che lo hanno poi portato ai carabinieri, una delle ragazze ospiti del centro licatese racconta un orribile spaccato vissuto tra le mura della casa per minori. "Ieri ero tranquilla - dice - poi sono andata in bagno e ho visto (omissis) che si mangiava la cacca e poi (omissis) l’hanno legata con lo scotch mani e piedi e bocca e li hanno messo una coperta di sopra. Gli facevano guai, le mettevano le mollette nel naso gli davano schiaffi".

IL DISEGNO CHE HA FATTO SCATTARE L'ALLARME. "Una principessa che sta facendo un incubo, in una casa da sola con una strega che tiene tutti i ragazzi in una casa con i suoi complici. Lei è una strega cattiva e crudele che riempie di medicinali quelli che non hanno famiglie, li addormentano e li picchiano. All’improvviso mi sveglio da questo sogno brutto, dove mi rinchiudevano nella stanza, mi levavano le chiamate alla famiglia". Scriveva questo una delle vittime della casa per minori disabili di Licata in calce ad foglio in cui – tramite un disegno - il ragazzo provava a raccontare una fiaba. Tutti elementi che hanno convinto gli investigatori a far partire immediatamente le indagini sulla coop "Suami".

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